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Il primo novembre 1823, quando il giovane William Webb
Ellis, studente della Public School di Rugby -
Warwickshire, compì un grave atto di indisciplina,
cogliendo il pallone con le mani e correndo
incontrastato tra i pali, le città di Giarre e Riposto
erano ancora unite. Proprio in quell'anno, raggiunta
l'indipendenza dopo un'aspra lotta con Mascali, si
agitavano le prime pulsioni autonomiste ripostesi. Il
foot-ball era un’attività sconosciuta: gli unici sport
praticati in città erano il gioco degli scacchi ed il
palio tenuto in onore del Santo che dal quartiere
"Testa 'a cursa" in pochi ed esaltanti minuti si
concludeva lungo le scivolose basole laviche della via
Callipoli al "Fondaco Barone". |
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Cento anni dopo, l'imponente piazza Duomo -
fortemente voluta dall'amministrazione della Contea e
completata nel 1879 - divenne, per dimensioni e per
l'assenza di un altro terreno sufficientemente grande,
il primo campo di gioco. Ed anche a Giarre, il pallone
cominciò a rotolare. Dalle prime partite disputate in
piazza da ragazzi che, per puro divertimento, si
cimentavano nel nuovo sport d’importazione e di cui
leggevano su giornali e riviste, si passò
all’organizzazione delle prime squadre amatoriali. La
prima società di cui si ha notizia è la Società
Sportiva Mongibello Giarre che prende parte a
diversi tornei disputando gli incontri su un campo
sito ove sorge l'odierna piazza San Francesco,
nel quartiere Ponte, così chiamato per via del ponte
che attraversava il torrente Caravelle, oggi
scomparso. Prime avversarie furono le vicine città di
Linguaglossa, Castiglione e Riposto. La società del
professor Carlo Zappìa, comincia la propria
attività tra la fine del 1929 e i primi giorni del
1930. La disciplina principale del sodalizio di via
Carlo Alberto non è, però, il calcio ma l'atletica
leggera: rimane memorabile il raduno tenuto in
occasione del convegno eucaristico del 1930. La
sezione del calcio viene inaugurata con una amichevole
contro una rappresentativa della vicina Fiumefreddo
alla quale segue, il 18 aprile 1930, la prima
stracittadina contro il Riposto, vinta per 1-0 dai
giarresi. Nel anni '30 il calcio giarrese può vantare
ben due squadre: i rosso-blu del Giarre F.C. ed
i bianco-celesti della U.S. Giarrese che si
affiliano al comitato Ulic della sezione di
Acireale. Nel 1931 il Giarre FC, guidato dallo
studente Alfio Bottino (diverrà preside nelle
scuole medie prima a Riposto e poi a Torino), vince il
torneo Ulic del comitato di Acireale, prevalendo
proprio sugli acesi e sull'Acicatena. Il successivo
incontro disputato contro il Dopolavoro Ferroviario
Catania, campione del comitato catanese, conferma il
Giarre come la miglior squadra dei comitati Ulic
dell'intera provincia. Dal 1933 al 1939 si gioca sul
campo di via Galileo (oggi via Niccolò Tommaseo)
e la squadra cittadina si chiama Aurora Giarre.
Il presidente fac-totum è il ragionier Alfio Leotta e,
per la prima volta, una formazione cittadina si
iscrive ad un campionato FIGC: si tratta del
campionato provinciale di terza divisione, I migliori
calciatori del periodo sono Cuscona, Concini,
Cifarelli, Puglisi, Fichera, Gallodoro, Longo, Falzone,
Bottino, Grasso, Cardaci e Nicolosi. |
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Negli anni '40 la squadra locale giocava su un terreno attiguo alla stazione
ferroviaria. Nel 1944-45, in pieno clima post liberazione il comitato
siciliano della federazione calcistica decise di organizzare un torneo. Si
iscrivono i principali sodalizi isolani e altre squadre che militavano nelle
leghe minori. Tra queste anche una formazione di Giarre: l’Associazione
Sportiva Ionia, sorta nel 1943 per opera del presidente Bottino e
costituita da ragazzi ed universitari. Per motivi di carattere economico (le
trasferte allora non erano molto agevoli), però, la formazione abbandona il
torneo al termine del girone d’andata dopo aver conquistato una sola
vittoria contro l’Elefante Catania. |
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Uno
schieramento del Giarre nel 1948 |
Ma, a dire il vero, nei primi anni '50 la
squadra seguita dagli sportivi è il Riposto che
militando in Promozione, allora quarta
categoria nazionale, dopo A, B e C, si trovava ad
affrontare ben più quotati avversari (Acireale,
Agrigento, Milazzo, Trapani). La domenica frotte di
tifosi traversano la ferrovia per recarsi al Corvaja ad
assistere agli incontri dei loro beniamini
bianco-azzurri come Dandolo Flumini, il
centrocampista triestino Claudio Dumani ed il
portiere calabrese Nino Tomaselli. Tra mille
difficoltà economiche, il Riposto riesce a
sopravvivere per alcune stagioni, regalando diverse
soddisfazioni ai propri tifosi. Tra queste una
amichevole di lusso con il Verona di Gino
Pivatelli, futuro campione d'Europa con il Milan. |
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Si decide così di riorganizzare anche a Giarre una squadra cittadina di
buon livello che possa competere con le compagini dei paesi vicini e,
magari, regalare qualche soddisfazione sportiva. Nei locali di piazza
Arcoleo, cuore della città, il 20 settembre 1952 nasce la S.S.
Giarre (che riunisce i migliori elementi della S.S. Olimpia Virtus e
di altre realtà minori già attive dal 1946), mentre altri
sportivi, negli stessi anni, danno vita alla S.S. Silvio Piola che
ha, però, vita breve. |
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Riposto-Giarre al
Corvaja |
Nella vicina Riposto, conclusasi tristemente
l'avventura dell'A.C.Riposto, gli sportivi locali
danno vita alla S.S.Ripostese, mentre i padri
giuseppini avviano il primo settore giovanile della
città allestendo la società Marello. |
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A partire dalla stagione 1952-53 la squadra disputa il
campionato di Seconda Divisione. Nel 1953-54,
grazie ad un allargamento dei quadri dei tornei
superiori, viene ammessa in Prima Divisione.
L'allenatore che conquista la prima delle tante
promozioni del Giarre è Strano. Nel gennaio del 1956,
ponendo fine ad un lustro di peregrinazioni, viene
inaugurato il nuovo stadio comunale di via Luigi
Orlando: il Giarre, allora ultimo in classifica
con zero punti, inizia una rincorsa che lo porta alla
salvezza. Da quel momento inizia l'inseguimento della
Promozione. Prima sotto la presidenza dell'avv. Giuseppe
Belfiore e poi del Cav. Martino Fiorini
Francica Nava si tenta il salto di categoria. Nel
1957, gli uomini di Dandolo Flumini concludono
il torneo senza sconfitte, ma nel girone finale, tra
le prime dei tre gironi regionali, non riesce
l'impresa: il Giarre ammaina la bandiera rinunciando
ai sogni di gloria. |
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Dal
libro "Giarre nei ricordi: seimila giorni di giovinezza
(1945-1960)" di Gaetano Papa, Galatea Editrice, 1983.:
La
Società Sportiva Giarre nasceva nel 1948 in un locale di piazza Arcoleo
ad opera dei soci fondatori Nardo Patanè, Isidoro Pino, Giovanni
Trovato, Angelo Villaggio, Salvatore Alpino, Nardo Barbagallo, Ignazio
Cocuccio, Narciso Creati, Giovanni Panebianco, Sebastiano Cavallaro,
sotto la direzione tecnica di Nardo Torrisi, sportivo che godeva, in
quegli anni, di vasta popolarità per l'impegno e la passione sempre
dimostrata oltre che per il calcio anche per il ciclismo. In quella fase
pionieristica in cui gli incontri si svolgevano, per la mancanza di un
campo sportivo, in piazza Duomo gremita di spettatori, calciatori come
Alfio "Papparappà" (A. Strano), Nardo "Taccitedda" (N. Patanè), Isidoro "Buttigghiuni"
(I. Toscano), Isidoro Pino, Santo Vasta, Angelo Villaggio divennero idoli
dei numerosissimi tifosi di ogni età che, con entusiasmo
e partecipazione, ne seguivano ogni domenica le prodezze. |
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A partire dal 1958 l'accoppiata Francica-Nava -
Flumini lavora per il successo che arriva due anni
dopo in maniera rocambolesca. Terminato il torneo,
dopo un estenuante testa a testa, a pari merito con
il Paternò, è quest'ultimo ad avere la meglio
nello spareggio di Acireale. La delusione è tanta, ma
un provvidenziale ripescaggio premia il valore dei
giarresi. Dal '59 il Giarre entra così nel campionato
di Promozione, allora quinta divisione
nazionale dopo A, B, C, IV serie. L'impatto con la
nuova categoria è notevole: 2-2 al Cibali contro la Massiminiana del
presidente Massimino a cui segue una batosta rimediata
a Siracusa contro l'Odeon. Ma il Giarre si ambienta
ben presto nella categoria concludendo il torneo al
nono posto, un punto dietro la Ripostese. I
giallo-blu, sempre sotto la guida tecnica di Flumini
che allenerà la formazione fino al '73, salvo brevi
interregni, si migliorano di anno in anno, rivelandosi
spesso come sorpresa del campionato. Nella stagione
61-62 il Giarre può vantare uno dei migliori attacchi,
capace di mettere a segno 53 reti in 28 partite. I
nomi nuovi sono quelli
del bomber Mario Iladro,
degli avanti Alfio Di Maria e Andrea
Turiano, della mezz'ala Giuseppe Cingari, del
portiere Saccà e del centro mediano veneziano Marin
Faliero Penzo. |
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Il Giarre al
Cibali contro la Massiminiana nel 1962
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Verso la fine del decennio, il Giarre vive anni
critici e nel '68 si salva per il rotto della cuffia.
Le annate successive vedono la compagine giallo blu
protagonista in Promozione, spesso anche su discreti
livelli con la coppia d'oro Franco Mazzone -
Antonino Munzone. Le stagioni 68-69 e 69-70 sono
le migliori con la conquista di due quinti posti. Sono
anni in cui l'attacco "mitraglia", come lo definiscono
i giornali, sforna due capocannonieri: Munzone che
vince la classifica dei marcatori nel '70 e Calanna che
nel '71 segna 19 reti, quasi tutte nel girone di
ritorno. Nel '71 in panchina a Enzo Di Giulio succede Matteo
Simeon. Il friulano, ex capitano dell'Acireale,
dapprima affiancato da Flumini, si migliora di anno in
anno, fino all'ottavo posto del '73. Nel frattempo, la
società passa di mano: a Francica Nava era succeduto
il suo vice Rosario Sorbello, ma questi, a
causa dei suoi impegni politici, è costretto a
lasciare il timone prima al commissario Francesco
Trovato, poi al ragioniere Nino Sgori, che
avvia una apolitica di austerità per evitare il
fallimento del sodalizio. Riprese in mano le redini
societarie nel 1973, è troppo tardi per evitare il
disastro. |
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Giarre-Catania al Comunale nel 1980
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L'ultimo lustro degli anni '70 è stato più triste:
nel 1974 la retrocessione del Giarre, dopo 15
campionati disputati in Promozione, avviene per
il lancio di una moneta alla fine dell'estenuante spareggio
di Caltanissetta con la Netina. É questa l'ultima
stagione di Dandolo Flumini sulla panchina del Giarre.
Dal '75 al '77 il nuovo presidente, il costruttore Stefano
Garozzo, traghetta il Giarre negli anni difficili
della prima categoria. Nel 1976 il campionato è
condotto al vertice per tutta la stagione poi,
complici due sciagurate partite, giungono le prime
sconfitte contro Mascalucia e Adernò e la promozione è
compromessa. L'anno successivo, però, nessuno può
fermare il Giarre di Francesco Calì che, con
diverse giornate d'anticipo, festeggia il ritorno nel
massimo campionato regionale. Gli eroi di quella
stagione sono quasi tutti ragazzi locali: Carmelo
Spitaleri, Roberto Bonaccorsi, Francesco
Rapisarda e tanti altri. La permanenza in
Promozione dura altre 5 stagioni. In panchina si
alternano lo stesso Calì ed il palermitano Vittorio
Corrao. Nel 78-79, la nuova presidenza dei fratelli
Finocchiaro sembra preludere al salto di
categoria, ma il Giarre precipita presto sull'orlo del
baratro. Tutta la città si attiva per salvare la
squadra ed un manipolo di imprenditori coraggiosi
rileva la società dal commissario straordinario
Giuseppe Grasso. É il 1981: sale in cattedra Sebastiano
Guglielmino. |
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Per anni i giallo-blu militano nei campi
polverosi dei paesi di provincia. Poi accade qualcosa. Qualcosa che ha
cambiato la vita di intere generazioni di ragazzi.
Quel "qualcosa" si materializza nella figura
di un imprenditore ambizioso e lungimirante, il cui nome rimarrà per sempre
legato alla città ed alla squadra. Il suo arrivo, però, coincide con una di
quelle annate che, una volta ogni 10 anni, contribuiscono a cancellare,
nell’immaginario dei tifosi, quanto di buono é stato fatto in precedenza. La
retrocessione arriva inesorabilmente al termine di un torneo letteralmente
disastroso. Ancora una volta si torna a giocare in Prima categoria.
Ma, Guglielmino, che ancora oggi tutti, in città, chiamano presidente, non
si perde d’animo e, l’anno successivo (1982) allestisce una rosa di
altissimo livello. Il campionato è dominato dalla prima all'ultima giornata,
così come la stagione successiva. Il Giarre celebra un doppio salto di
categoria che proietta la formazione della contea in Interregionale.
É la prima volta che i gialloblu accedono ad una serie che si trova ad un
passo dal professionismo. Questo è il primo passo di una inarrestabile
ascesa che in meno di dieci anni ha condotto la formazione jonica alla
soglia della Serie B.
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Nel 1982-83, il Giarre, precipitato in Prima
categoria, si affida al navigato allenatore Melo
Russo e, trascinato dalle prodezze del
centravanti Nino Franzoni, avvia una serie
incredibile di promozioni. L'anno successivo sulla
panchina giallo-blu siede Nino Trimarchi che a
Franzoni, in avanti, affianca Francesco Verona.
L'ultima giornata è decisiva: il successo colto a
Vittoria all'88° minuto, grazie ad una rete del
terzino Bambara, permette alla squadra di
accedere per la prima volta al CID. Il presidente
Guglielmino decide ancora una volta di cambiare
allenatore affidando la rosa al giovane trapanese Morana che
in due stagioni centra il salto tra i professionisti:
è il 1985-86. Anche in C2 occorrono due sole stagioni
per centrare una nuova promozione. L'artefice, questa
volta, è il lombardo Pierino Cucchi che nell'87
chiude al quarto posto, ma nell'88 arriva secondo alle
spalle dell'imprendibile Palermo e regala a Giarre la
terza serie. La promozione viene festeggiata con una amichevole
con l'Inter vinta 3-1 grazie al sorprendente
diciassettenne Francesco Macrì. |
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Il primo torneo di C1
(1988-89) si rivela più complesso del previsto: i
giallo-blu vengono sconfitti in casa dal Brindisi dopo
100 partite di imbattibilità interna, ma il
nono posto finale consente una tranquilla salvezza,
considerando anche la presenza di avversarie quali
Cagliari, Foggia, Palermo, Catania, Perugia. L'anno
successivo c'è un importante cambio ai vertici
societari: Guglielmino viene estromesso dal comitato
di presidenza e decide di lasciare la società. Il
nuovo presidente è l'ing. Giuseppe Musumeci che,
disponendo di ampie risorse economiche, organizza le
cose in grande. |
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Il campionato 89-90 è
concluso al terzo posto ed il Giarre centra la
qualificazione alla
Coppa Italia. In questa manifestazione, i
giallo-blu superano sorprendentemente l'Ascoli
allenato dal campione del mondo Ciccio Graziani ma al
secondo turno vengono sconfitti da una grande di A, il
Genoa. In campionato tuttavia, si assiste al
primo esonero dal 1981: al posto di Bianchetti
viene chiamato il salentino Renna che centra la
salvezza. Nel 91-92 viene ingaggiato Angelo Orazi,
ex calciatore della Roma e del Verona, che conduce la
squadra al quarto posto finale. Anche questa volta in
Coppa Italia il Giarre gioca con il Genoa, ma in un
unico turno a Marassi. Il nuovo allenatore
chiamato a dirigere le sorti del Giarre è il genovese
Giampiero Ventura che sfrutta Giarre come
trampolino di lancio per una brillante carriera
(Venezia, Udinese, Cagliari, Sampodoria, Lecce,
Napoli, Bari, Torino e la nazionale italiana). |
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Giarre-Torres al
Comunale |
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Nel
93-94, però, causa gli sconquassi societari, la
gloriosa S.S. Giarre conclude il torneo all'ultimo
posto e non perfeziona l'iscrizione. Dalle sue ceneri
nasce l'A.S. Giarre calcio guidata dalla triade Di
Bella, Marino, Sorbello che, però, non riesce a
centrare la promozione in D per 10 anni di fila. La
società, a causa dei continui insuccessi cambia
proprietari passando di mano in mano (D'Urso Somma,
Patitucci), finché Di Bella non ritorna alla
presidenza nel 2002 e, la stagione successiva, ottiene
la promozione in Serie D con l'allenatore Carlo
Breve il quale conquista anche la coppa Italia
di Eccellenza. In D il Giarre rimane tre stagioni
altalenanti nelle quali la soddisfazione più grande è
rappresentata dalla finale di Coppa Italia
dilettanti persa contro il Sorrento, ma che
vale ai giallo-blu la qualificazione alla Coppa Italia
ed una emozionante sfida contro la Fiorentina di
Prandelli al Franchi. Nel corso dello stesso anno,
la società passa al costruttore catanese Federico
Spampinato che ai sogni di gloria sostituisce ben
presto delle cocenti delusioni. Il Giarre retrocede in
Eccellenza e, l'anno successivo, dopo la disastrosa
gestione pro tempore di Di Martino, il patron
decide di trasferire il titolo a Misterbianco. Il
nuovo Sporting Giarre di Alfio Nicolosi e Calogero
Malaponti è costretto a ripartire dalla Terza
Categoria. Nel 2009-10 viene acquistato un titolo
di Promozione nella speranza di riportare presto il
Giarre nel calcio che conta: l'undici giarrese,
dapprima affidato a Giancarlo Fichera, poi
a Gaetano Mirto, centra immediatamente la promozione
in Eccellenza. |
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Al
termine della stagione 2010-11, la società non riesce
a mantenere la categoria costringendo il calcio
giarrese ad una nuova ripartenza. Il nuovo Giarre
ricomincia dalla prima categoria, ma l’ingresso in
società del presidente Di Martino consente
l’iscrizione alla promozione. Dopo un anno di
assestamento, chiuso con la finale play-off persa
contro la San Pio X, il Giarre guidato da Maurizio
Romeo ritorna finalmente in Eccellenza. Nel 2016 la
società passa a Giulio Nirelli che ha vestito
per tante stagioni la maglia giallo-blu al quale nel
2019 si affianca Marco La Rosa. Conquistata per
la seconda volta la coppa Italia di Eccellenza,
il Giarre è pronto per il grande salto in Serie D. Nel
2021, dopo una stagione tribolata dalla grande
pandemia, il Giarre guidato da Gaspare Cacciola
ritorna nel calcio che conta. |
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Il capitano Josè
Sorbello, l'allenatore Corrao e la dirigenza del 1979
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