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Storia di Giarre e della Contea di Mascali

 

Autonomisti e Rivoluzionari

     
   

“Fin dal giorno precedente [Mieroslawski] avea fatto prendere posizione sulla spiaggia alle sue poche truppe, ed avere distribuito due o tre mila volontarii accorsi in armi fra Calatabiano, Mascali, Giarri e Riposto, ov’eransi in fretta costruite delle barricate, e la flotta napolitana cominciava già a cannoneggiare”.

Giuseppe La Farina, 1851

     

1841: Il 27 aprile, dopo 26 anni di unione e dieci richieste di autonomia, con un decreto del re Ferdinando II di Borbone, i quartieri di Riposto e Torre vengono separati da Giarre a partire dal 1 gennaio 1842. Riposto conosce il periodo di maggior sviluppo: sorgono diverse industrie di trasformazione, cantieri navali, redazioni di giornali, sedi di banche ed assicurazioni e le sedi consolari di Svezia, Romania, Norvegia, Uruguay, Francia, Brasile, Grecia e Gran Bretagna. Famose in tutta la provincia sono anche le fabbriche di botti che vengono accatastate lungo il litorale in attesa di essere stivate sulle imbarcazioni ancorate in rada. Secondo il censimento della Contea, gli abitanti sono 24.184, dei quali 15.789 risiedono a Giarre, 5.273 a Riposto e 3.116 a Mascali. Nel corso di un suo viaggio in Sicilia, il re Ferdinando II attraversa le strade di Giarre: “Addì 4, lunedì di ottobre dell’anno 1841. Le loro Maestà il Re e la Regina, partite da Messina a mezzanotte sono giunte in Giarre; e poscia verso le ore tredici in Acireale” (Sterlich). Con il Regio Decreto del 27.12.1841, viene trasferita a Giarre la sede del giudice del circondario che prima era a Mascali. Dalla memoria per la traslazione della sede di giustizia, caviamo un severo giudizio dei giarresi sulla città di Mascali che “pende da scoscesa ed inerpicante collina spezzata in mezzo da grosso torrente, che inondandola nei tempi d’inverno, le acque che in diverse parti vi stagnano, tramandano nell’està delle micidiali esalazioni, che accresciute queste in tale periodo dai vapori del vicino lago di Fondachello, infettano quasi generalmente la salute degli abitanti, e molti vi perdono la vita, manca di ogni specie di pubblico stabilimento, non ha carceri, né alberghi, non ha fondachi, o locali per alloggio, è priva insomma di ogni comodo di vita, è priva di ogni commercio e di tutte le istruzioni”. La dogana di Mascali-Giarre, che in realtà si trova a Riposto, viene elevata alla seconda classe. In dicembre si registra il tragico naufragio di una nave al largo di Riposto, come leggiamo sulle cronache dello Sterlich: “Addì 17, venerdì del mese di decembre dell’anno 1841. Questa sera naufragatasi una barca con entro quattro marinari su la marina di Riposto, in provincia di Catania, tre di questi infelici sono periti, l’altro si è prodigiosamente salvato giungendo semivivo sul lido”.

1842: L’1 gennaio Rosario Grassi Bonanno viene eletto primo sindaco di Riposto. Attilio Zuccagni-Orlandini descrive i borghi della Contea nella sua “Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia”: "A borea di Aci-reale trovasi sulla strada rotabile il popoloso Giarre (...). Procedendo ancora a borea si incontra, ma fuori dalla strada rotabile, Mascali che alcuni storici suppongono occupare il sito dell'antica Callipoli, già calcidese colonia e distrutta fino dai tempi di Strabone; era città murata, ma ora non si vedono che due torri scampate dalle ingiustizie del tempo; anche di questa il Conte Ruggero fece dono al Vescovo di Catania". Il due dicembre un fulmine colpisce il Duomo causando diversi danni alla cappella del Santissimo Sacramento. L'amministratore della Contea, Francesco Garnier, ricorre alla Gran Corte dei Conti di Palermo contro la declaratoria dell'Intendente del val di Catania relativa all’inesigibilità delle decime sulla base dei regi decreti del 1841 che dichiaravano cessati i diritti feudali. La nuova sede del municipio di Giarre è il palazzo Grasso sito in via Callipoli.

1843: Il re Ferdinando II approva la soppressione del dazio della quartuccia che, sin dal XV secolo, veniva riscosso a Giarre dal convento di S.Francesco di Catania. Il nuovo sindaco è Alfio Nicotra. In marzo il Decurionato elegge una Deputazione per l’esame del progetto redatto dall’ingegner Pietro Trombetta per il completamento del prospetto est della nuova chiesa dedicata a Sant’Isidoro. Nel corso dei lavori, alla profondità di circa tre metri vengono rinvenuti “innumerevoli cadaveri, che in alcune sepolture esistevano della diroccata antica Chiesa”. ♦ L’Intendenza del val di Catania emana un bando per l’istituzione in Giarre di una scuola di lingua italiana, latina e francese e di una per l’insegnamento della fisica; tra i documenti da allegare alla domanda vi sono il certificato “di battesimo, di buoni costumi, di regolare condotta, di aver frequentato i santi sagramenti, di non aver spacciato massime contrarie alla religione, allo Stato, ai buoni costumi”.

1844: Tutto il territorio della Conta di Mascali passa alla nuova diocesi di Acireale, istituita dal papa Gregorio XVI con comuni già appartenenti alle diocesi di Catania e Messina. Il catasto borbonico accerta che non vi sono più “boscate” nella Contea: quasi tutto il territorio è stato concesso in enfiteusi e disboscato. A Riposto viene attivata una stazione per il servizio telegrafico. Il Municipio di Giarre delibera sulla necessità di reperire un sito adatto alla realizzazione del cimitero.

1845: Il 13 aprile il Decurionato di Giarre dispone la destituzione della Deputazione per la Fabbrica del Duomo e la sostituzione con un nuovo consiglio. Quest’ultimo incarica l'architetto napoletano Pietro Valente del completamento della chiesa. Il 30 settembre il Valente si reca a Giarre per le misurazioni; consegnerà il progetto solo dopo due anni. Un ordine del Real Patrimonio decreta la “conservazione del bosco di Mascali”.

1846: Una epidemia di scarlattina causa diverse vittime. Nel mese di ottobre a causa di una forte sequenza di temporali, le sorgenti che alimentavano la Gurna di Fondachello si riattivano provocando il riformarsi della palude (Mercurio).

1847: Il cono d’origine vulcanica, che era sorto cinquant’anni prima nei pressi della palude di Fondachello, crolla insipegabilmente: “La notte del 9 aprile or sono i castaldi che abitano Fondachello intesero una violenta esplosione, un forte rumore, che l’uno di loro somigliava a quello prodotto da una grossa canna da schioppo che si fende nel tempo della esplosione; e levati al mattino videro profondato buona parte del cono argilloso dalla parte orientale, e nel fosso affacciati non videro già i materiali profondati, ma in loro vece acqua gorgogliante che mano mano venia ricolmando il fondo” (Mercurio). Gioacchino Patanè è il nuovo sindaco di Giarre. Il Decurionato approva, con 19 voti favorevoli ed uno contrario, il progetto dell’architetto Pietro Valente per il completamento del prospetto della nuova chiesa; i lavori inizieranno soltanto nel 1859. A Riposto diviene operativa una officina marittima sanitaria. Imperversano a Giarre diverse bande di criminali: Pilau, Faraone, Lupo Mannaro, Cicirelle; saranno tutti protagonisti di una tragica fine. Nel 1848 il calzolaio Cicirelle, condannato a morte per l’omicidio di un minorenne, evade dal carcere di Riposto; arrestato grazie all’ausilio di un confidente, viene condannato alla pena capitale da eseguirsi nelle 48 ore successive. Legato mani e piedi, il bandito è trasportato, tra due ali di folla accorsa in città, sino al torrente di S.Maria la Strada dove avviene la fucilazione. Due settimane dopo l’esecuzione, il confidente che ne aveva permesso la cattura viene rinvenuto agonizzante nei pressi del Piano del Silenzio, oggi Piazza martiri d’Ungheria.

1848: La città di Giarre partecipa ai moti rivoluzionari anti-borbonici che portano alla proclamazione dell'indipendenza della Sicilia dal Regno di Napoli. Disarmata la gendarmeria borbonica che presidiava la città, il 27 gennaio sventola la prima bandiera tricolore. In febbraio viene costituito un comitato rivoluzionario costituito da 5 cittadini (Francesco Pittella, Alessandro Grassi, Ignazio Quattrocchi, Carlo Patanè Vecchio, Giuseppe Antonio Mercurio) con il compito di guidare il Comune. Giarre viene, intanto, presidiata da cinque compagnie della nuova Guardia Nazionale alle quali si affiancano gli agenti della Guardia Municipale, istituita dal Comune per il mantenimento dell’ordine pubblico. Sin dai primi giorni della rivoluzione, il Municipio proibisce gli assembramenti di cittadini e la celebrazione, in maggio, della festa di Sant’Isidoro, disponendo al contempo una raccolta di fondi e munizioni per la difesa dell’isola dalla restaurazione borbonica. Il Governo rivoluzionario impone a ciascuna città un contributo di guerra sotto forma di milizie volontarie o di risorse economiche: a Giarre viene imposta la fornitura di 45 uomini per l’esercito Nazionale ovvero il pagamento di 20 onze per ogni soldato non reclutato. Nessuno tra i sette volontari giarresi è reputato ideoneo all’arruolamento: il debito del Municipio ammonta, allora, a 900 onze da versare al Governo rivoluzionario. Il rifiuto dei giarresi di pagare il dazio sui beni consumo fa collassare le casse comunali: vengono sospesi gli stipendi  agli impiegati del Municipio ed inviato un accorato appello al parlamento di Palermo affinché cancelli il debito giarrese. Il Governo rivoluzionario dichiara che i beni della Contea di Mascali debbano considerarsi di pertinenza della nazione siciliana. Il parlamento siciliano dispone che si elegga "un aggiunto particolare nel quartiere di S.Giovanni e campagna (...) considerato che il comune di Giarre è ben popoloso e che l'aumento di un eletto non può che arrecare vantaggi e speditezza nell'amministrazione"; la nuova figura amministrativa avrà il compito di coadiuvare il sindaco nelle funzioni dello stato civile per la popolosa frazione etnea. In giugno si tengono le elezioni per il nuovo consiglio civico di Giarre: i 365 votanti eleggono 60 consiglieri. Riposto, invece, grata per l’autonomia concessa dal re Ferdinando II, non insorge contro la casa Borbonica. In luglio nella città marinara si inizia la costruzione di un "Ospedaletto" adibito come ricovero per gli ammalati indigenti. Nel corso del medesimo anno viene emanato il primo regolamento organico del prestigioso corpo bandistico della città di Giarre: i suoi 23 elementi sono diretti dal maestro Gioacchino Gullotta. La banda avrà quali direttori il giarrese Leonardo Toscano, Carmelo Vitaliati, (1868-1884) il vicentino Antonio Sardei (1884-1890), Sabatino Papa, Rocco Vincenzo Trimarchi di Sinopoli, Angelo Castellani di Nettuno (1904-07), Luigi Pucci di Cava dei Tirreni (1910-20), Augusto Centofanti di Lanciano (1929-31), Concezio di Rienzo (1931-40) e Gerardo Marrone di Lanciano. Il Centofanti, in particolare, condurrà il corpo bandistico, costituito da oltre 60 elementi appartenenti alla Grande banda, agli importanti successi nazionali di Roma e Bologna; nello stesso periodo sarà attiva anche una Piccola banda.

1849: Il 12 gennaio, in occasione del primo anniversario della rivoluzione, si tengono a Giarre solenni festeggiamenti conclusi dal Te Deum al Duomo. La città, intanto, viene tassata per 6.900 onze: il consiglio civico, considerata la sproporzione dell’imposta rispetto a quella applicata alle città vicine (Acireale, più grande e ricca, ne deve versare solo 7.800) invia una delegazione a Palermo per perorare la revisione della delibera. Le spese municipali vengono drasticamente ridotte su tutti i capitoli (sanità, istruzione, fabbrica del Duomo, teatro). Il 29 marzo, dopo un lungo armistizio con il governo rivoluzionario, l'esercito borbonico, comandato da Carlo Filangieri, principe di Satriano, e composto da 16.000 uomini appoggiati da 18 fregate, inizia a muovere contro gli insorti guidati dal generale polacco Ludwik Mieroslawski forte di 7.700 uomini. La sproporzione di forze navali spinge i siciliani lontano dal litorale mentre Filangieri progetta due sbarchi, a Riposto e a S.Alessio, per prendere la roccaforte di Taormina da fronti opposti e poi marciare su Catania. Mieroslawski scopre il tentativo di sbarco ("Ho avvisi sulla probabilità d'uno sbarco del nemico al Riposto: noi lo disfaremo"). Ma, bramoso di attaccare Messina, decide di non riunire l'esercito a Giarre per prevenire le operazioni borboniche. Il 30 marzo, sotto una pioggia incessante, l'esercito reale avanza sul litorale, protetto da fitti cannoneggiamenti. Il 2 aprile  la flotta napoletana si sposta dinnanzi a Riposto, in attesa di bombardare la città. Mieroslawski, che ha solo 2.000 soldati disponibili, ai quali si aggiungono altri 2.000 volontari (100 sono giarresi), si prepara alla battaglia decisiva a Giarre-Riposto. Intanto, Filangieri, accortosi che lo scalo di S.Alessio è sguarnito, richiama da Riposto le sei fregate e sbarca le truppe sul litorale messinese. Alle 16.30 Taormina cade nelle mani borboniche ed una densa colonna di fumo, visibile anche da Giarre, causa un forte scoramento nelle truppe rivoluzionarie: Mieroslawski, ritenuta impossibile la difesa della posizione con le poche forze a disposizione, ordina di ripiegare prima a Fiumefreddo, poi a Piedimonte. Nel corso della ritirata i volontari siciliani sbandano fuggendo verso Giarre mentre l'esercito rivoluzionario apre il fuoco sui disertori. Mieroslawski decide, infine, di arroccarsi a Catania compiendo il periplo dell'Etna (Linguaglossa, Randazzo, Bronte). Il comando dell’esercito borbonico, consolidata Taormina, invia in avanscoperta a Giarre il maresciallo dei carabinieri reali, Salvatore Maniscalco, con due compagnie che vengono ricevute trionfalmente dalla popolazione. Dalle memorie di Filangieri leggiamo che "gli abitanti di Giarre, d'onde poche ore prima era partito il nemico, vennero incontro al nostro distaccamento, lo invitarono ad entrare e festeggiarono i soldati". Mercoledì 4 aprile l'intero corpo d'esercito entra a Giarre senza colpo ferire, accolto dal grido "viva il nostro re"; una deputazione cittadina incontra il generale Filangieri proclamando la sottomissione incondizionata degli abitanti al re Ferdinando di Borbone. Ancora dalle memorie del generale: "L'esercito napolitano insieme con gli svizzeri che non si trovavano in Giarre (reggimento Riedmatten e 1° battaglione Bernesi) bivaccò nelle vicine campagne", mentre lo stato maggiore ed il parco artiglieria trovano spazio in città, "ed in  Giarre, la operosa sollecitudine del capitano Maniscalco aveva saputo in poche ore ed in difficili condizioni riunire bastanti viveri a rinfrescar le milizie, usando nella notte i più ingegnosi artifizi per non essere sorpreso dal nemico, coll'accendere intorno al paese grandi fuochi, quasi indizio che si accampasse il nerbo di tutto l'esercito". Nello stesso giorno, viene fissato a Giarre il quartier generale borbonico e viene emesso un comunicato pubblicato sul num. 35 del Notiziario di Sicilia. Il 6 aprile, dopo una breve battaglia, cadrà Catania; il 14 maggio Filangieri, entrando a Palermo, porrà fine alla rivoluzione siciliana. Ripreso il controllo sul possedimento, il 6 ottobre, con un avviso da Malta, il principe di Capua, “nella sua qualità di padrone diretto della Contea di Mascali”, propone agli enfieuti un accordo che prevede uno sconto del 10% in cambio del pagamento immediato dei canoni arretrati. In luglio viene vietato lo sbarco a Riposto della nave inglese “Morning Star” perché proveniente da Malta dove imperversava una epidemia di colera. In seguito all’intervento del console inglese in Sicilia lo sbarco verrà autorizzato. Nel territorio della Contea si diffonde una epidemia di febbri intermittenti; dagli atti dell’Accademia gioenia di scienze naturali leggiamo che “I primi casi di quella costituzione epidemica si osservarono nelle regioni basse e più vicine alla palude Gurna volgarmente chiamata, e alla palude Auzini, specialmente nelle contrade di Gona Ficherella Carlino Carrabba S.Maria la Strada; gardo grado salirono in Mascali, e nel lasso di tre mesi attaccarono due terzi della popolazione (…). La epidemia di che trattasi spaziossi a tutte le altezze dell’abitato dell’Etna orientale, a cominciar dal Riposto di marino livello sino al Milo, tre mila piedi elevato, abbracciando Giarre Macchia Mascali Nunziata S.Giovanni S.Alfio e tutta quella deliziosa campagna (…). La causa della malattia di che trattasi fu il non essere state nettate le paludi Gurna Auzini, e l’esservi entrata in quell’anno dell’acqua marina. Il miasma spaziossi sulle ali dei venti sotto i continui spiri dell’Est, infestava tutti quei abitati dell’Etna salendo sino al Milo.”

1850: Antonino Grassi viene nominato sindaco di Giarre per la seconda volta. Antonio Busacca, nel suo “Dizionario geografico, statistico e biografico della Sicilia”, descrive Giarre come un "capo circondario, nel val di Noto, sul litorale di Catania, presso Mascali, intendenza di Catania, distretto di Acireale, diocesi di Messina, popolazione 16.000. Dista 1 miglio dal mar Jonio. E' un paese di molto commercio per la strada rotabile”. Riposto, invece, “ha una quantità di magazzini e cantine ed un fortino sul lido. Serve da emporio per il vino di Mascali e dei contorni che si esporta anche fuori regno. Ha una marina di 100 e più legni mercantili. Pop. 6.000”. Viene costruita a Giarre, in via Stovigliai, la chiesa della Badia: inizialmente è una cappella riservata alle suore addette alla ruota dei proietti che raccoglieva i trovatelli. Una epidemia di colera causa diverse vittime. E' attivo a Giarre un Gabinetto di lettura. La città è rischiarata dalla luce di 25 fanali ad olio che vengono accesi secondo il calendario delle fasi lunari per risparmiare il combustibile nelle sere di luna piena.

1851: Il fisico giarrese Giuseppe Antonio Mercurio pubblica il suo “Saggio sulla topografia medica della Contea di Mascali” fornendo, tra l’altro, una doviziosa descrizione socio-economica dei borghi della Contea. Scrive il Mercurio che “la Contea è divisa oggi in tre Comuni e sonvi inoltre diverse borgate più o meno popolose, Mascali più vetusta di quante altre città sieno qui, fu il capo luogo di tutte sino a pochi anni or fa, Giarre nato in sito più felice, e cresciuto rapidamente, ottenne d’esser diviso da quella, e mandata ad effetto la territoriale divisione nell’anno 1824, gli spettò la più vasta e amena parte della Contea (…). Riposto pel suo esteso commercio marittimo emancipassi da Giarre. Queste tre Comuni sono in oggi riunite sotto unico circondario di cui Giarre n’è il capo luogo.” A Giarre sono attive diverse scuole: l'educandario reale (si insegnano la morale cristiana e la lingua italiana) e 4 scuole a peso della rendita comunale (una primaria, una di lingua latina, italiana e francese, una di matematica elementare ed una di fisica sperimentale), vi è anche una maestra delle fanciulle che insegna a leggere, scrivere e avvia allo svolgimento delle attività domestiche. Al teatro comunale (completato nel 1857) si tengono dei corsi di musica strumentale e vocale. Altre scuole primarie sono attive a Macchia, S.Giovanni e Riposto, dove funziona anche una scuola di matematica elementare ed una scuola nautica. Grazie al facile accesso all'istruzione, Giarre è diventata, oltre che un centro di piccoli proprietari agricoli, una città di professionisti, come si legge nella “Topografia medica” del Mercurio: "Gli avvocati sono al numero di dodici oltre ai giovani che li aiutano. Undici medici esercitano l'arte salutare, oltre tre medici chirurgi, ed altri tre chirurgi. Diciassette sono i farmacisti. Dodici tra architetti ed agrimensori. Sette sono i notai". A Riposto, invece, prevale una classe commerciante: "In Riposto vi sono diversi mercadanti, i quali hanno dei capitali coi quali comprano le nostre produzioni, e delle barche sulle quali inviano quelle in diverse parti per rivenderle. Il mare di Riposto però non ha alcun ricovero naturale né artificiale, ma è una spiaggia aperta". Nella medesima pubblicazione, il Mercurio sottolinea che, nel territorio della Contea, prevale la piccola proprietà: Mascali, 1.630 salme legali, è suddivisa in 1.325 fondi, mentre le 2.660 salme del territorio di Giarre sono divise in 3.689 proprietà, a Riposto, infine, le 750 salme sono suddivise in 860 fondi. La “Topografia” del Mercurio fornisce anche un interessante spaccato delle abitudini alimentari dei giarresi dell’epoca: “La classe più agiata, e molti artisti, al mattino prendono il caffè, quei della terza lo prendono di rado, amano meglio prendere un bicchierino d’acqua vite. Da pochi anni in qua si è molto esteso il costume di fumare il sicaro, e quell’altra di prendere tabacchi per il naso (…). Nell’està godiamo il bene di poter mescolare la neve alle nostre bevande o di poterle con essa rinfrescare. Nell’inverno si conserva molta neve di quella che cade nella Cerrita e negli altri boschi dell’Etna, in grandi magazzini sottoterra, la quale nell’està non solo giova al consumo che se ne fa in questa, ma se ne provvede l’isola di Malta. Nell’està quindi abbiamo i sorbetti, le limonee, e le orzate oltre a questo gli abitatori tutti della nostra terra possono godere ne’ tempi estivi del benefizio di bagni di mare”. Il Decurionato di Giarre accusa l’arciprete Fiamingo di negligenza nella cura del suo ufficio: la celebrazione dei sacramenti sarebbe trascurata a causa della gestione del ricco patrimonio personale del prelato. Per sottolineare la rinnovata fedeltà alla corte borbonica, il Decurionato di Giarre acquista un ritratto del principe di Satriano che, due anni prima, aveva riconquistato la Sicilia; il dipinto sarà esposto durante le riunioni dei Decurioni. Completati i lavori per l’apertura dell’ampia strada che collega Giarre a Macchia.

1852: Giambattista Caltabiano è il nuovo primo cittadino di Giarre. In luglio una patologia vegetale colpisce i vigneti della Contea causando ingenti danni economici alle coltivazioni: sarà debellata soltanto nell'anno successivo. In settembre una eruzione dell'Etna lambisce Milo. Il Comune di Giarre istituisce un servizio di corrieri per osservare il fronte lavico e riferire in città; The Times di Londra dedica un lungo articolo alle colate. Viene avanzata al Municipio di Giarre la “supplica di mastro Salvatore Russo, abitante nel quartiero del Ponte colla quale, facendo conoscere la necessità ed utilità di costruirsi una chiesetta nel detto quartiero, oggi bastantemente popolato e molto distante dalla matrice chiesa, si sono mossi i vari pietosi individui abitanti nello stesso quartiero a contribuire denaro, mano d’opera, materiale ed altro, secondo la rispettiva possibilità per riuscire nella costruzione della chiesetta”. Il nuovo quartiere del Ponte, sito tra Giarre e Riposto e sorto all'inizio del XIX secolo, è così chiamato per via di un ponte girevole che attraversa la "via Nuova" che collega i due abitati; la richiesta dei residenti testimonia l’intraprendenza del nuovo agglomerato urbano. Apre il Collegio di Maria per l’istruzione delle giovani ospitate nell’orfanotrofio. Dopo otto anni di ricerche, il Comune di Giarre delibera la costruzione del cimitero nei pressi della chiesa di S.Matteo, perché il luogo ha già ospitato le sepolture. Nel 1856, però, la scelta verrà rigettata dall’Intendenza del val di Catania. Il Municipio acquista un terreno lungo la “via Vecchia” al fine di costruirvi il nuovo carcere del circondario: i lavori, bloccati dalla rivoluzione del 1860, riprenderanno solo nel 1895.

1853: Il Decurionato delibera l’istituzione di un cantiere di lavoro per fronteggiare la crescente disoccupazione; l’iniziativa dovrebbe contribuire alla realizzazione di un locale da adibirsi a pubblico mercato degli animali onde evitare che la compravendita si svolga in piazza; l’Intendenza blocca il progetto invitando, piuttosto, il Comune a riparare le strade del suo territorio. Si inizia a Riposto la costruzione della Chiesa del Carmine: sita nel quartiere dello Scariceddu, secondo nucleo urbano dopo i Pagliai, viene realizzata grazie al contributo di una famiglia locale di origine acese.

1854: La polizia borbonica dà ordine al delegato di polizia di Riposto, Fleres Trischetto, di contrastare le pulsioni politiche di indole liberale, favorendo la elezione a sindaco dei lealisti Giovanni Tomarchio (1856) e Filippo Scavino Lella (1859) e attuando una dura repressione contro quei cittadini accusati di sovversione antiborbonica. La chiesa di S.Maria la Strada viene dichiarata sacramentale, diventerà parrocchia solo nel 1922. Con i loro atteggiamenti sconvenienti, due giovani ritardati mentali mettono in subbuglio Giarre: il Decurionato ordina alle famiglie di non fare uscire di casa i due “imbecilli”, pena l’arresto dei genitori. Si registrano alcune vittime per una epidemia di colera: diversi cittadini catanesi si rifugiano nelle campagne di Giarre per sfuggire al morbo; il Comune istituisce un servizio straordinario di pulizia e disinfestazione delle strade. Nel mese di maggio si tengono grandi festeggiamenti per il santo patrono S.Isidoro con corse di cavalli, “vespri solenni ravvivati dalla musica di cittadini dilettanti, coll’intervento di un tenore e di un baritono forestieri. Il 28, schiuse le porte della cappella, rifulgerà il Tempio all’apparire del simulacro del Santo che sarà annunciato da innumeri voci di cittadino giubilo. Nelle ore pomeridiane si rinnoverà lo spettacolo della corsa, le bande lungo le strade addoppieranno l’entusiasmo popolare, nel tempio a sera sorprendente illuminazione brillerà vivida luce di pieno meriggio e ben più vivida si spanderà per le strade, si intuonerà fra i più dolci concerti musicali il vespro ed infin di questo faran sorpresa i ferventi trasporti dei divoti giarresi, i quali fa lo scampanio, gli inni, gli evviva, le lunghe moschetterie, gireranno in trionfo per la città il simulacro del Santo, preceduto dal lungo stuolo del clero e delle diverse congregazioni: ritornato il Santo al tempio, armoniosi dialoghi in piazza susseguiranno e porrà fine al fausto giorno giocondo artifizio di fuoco di mirabil disegno”(cit. in Papa).

1855: Il Comune di Giarre delibera l’erogazione di un contributo per l’acquisto di un nuovo organo per il Duomo “considerando che questo tempio nostro desta l’ammirazione dello straniero e l’orgoglio della nostra città e considerando che un sì magnifico edifizio arricchito come lo è da superbi marmi, squisite dorature, d’insigni dipinti dei più celebri artisti siciliani e doviziosissimi arredi sacri, sol difetta nell’interno di un organo grandioso che faccia melodiosamente risuonare le odierne perci che noi si ergono all’Altissimo per la prosperità della patria e lo splendore del trono”. A causa degli avvallamenti della via Callipoli nel tratto più settentrionale, tra il fondaco Barone ed il torrente S.Maria la Strada, si susseguono diversi allagamenti: il Decurionato inoltra una richiesta alla Deputazione provinciale per approntare un nuovo tracciato o, in subordine, la sistemazione del percorso originario. La versione curata dal Di Marzo del celebre “Lexicon topographicum” dell’abate Vito Maria Amico contiene una interessante voce su Giarre: “Il comune di Giarre si è grandemente accresciuto in questo secolo, poichè non essendo nello scorcio del trascorso secolo se non un municipio di Mascali non per anco collettato, oggi avanzando in ampiezza e popolazione il paese stesso cui era aggregato. Costituisce un capo circondario di 8a classe in provincia di Catania da cui dista 80 m., distretto di Acireale donde 10 m., diocesi di Messina, a 193 miglia da Palermo. L'attuale chiesa principale prese a fabbricarsi nel 16 novembre del 1794, per opera del sc. D.Domenico La Spina, colle elemosine di pii fedeli, dietro real decreto datato in Napoli nel 3 luglio del 1794, esecutorio a 27 agosto dello stesso anno. Attesta il Sacco che scrisse nel 1799, esservi inoltre un convento di Agostiniani scalzi, un oratorio di S.Filippo Neri, una scuola di grammatica e di belle lettere ed un caricatojo in distanza di 1 miglio dall'abitato”. Il filologo Innocenzo Fulci elenca Giarre e Riposto quali rari esempi di toponimo preceduto dall’articolo: “Or siccome gl’Italiani hanno alcune terre e città coll’articolo (…) così parimenti hanno i Siciliani moltissime borgate, che eran forse luoghi distinti per qualche circostanza, e divenuti paesi conservarono la denominazione e l’articolo. Tali sono (…) Li Giarri è oggi un paese così detto dall’essersi rinvenute in quei contorni anfore antiche di creta cotta dette giarri in Siciliano (…). Lu Ripostu così chiamato, perché regio caricatore alla distanza d’un miglio dalle Giarre, conta oggi 7 mila abitanti”.

1856: Il nuovo sindaco di Giarre è Vincenzo Pistorio. Un violento temporale causa l’allagamento di strade, fondi agricoli ed abitazioni di S.Giovanni (dicembre). Si tiene nel Duomo di Giarre una solenne celebrazione di ringraziamento perché il sovrano Ferdinando II è miracolosamente scampato ad un attentato.

1857: Iniziano i lavori per la costruzione della chiesa del Carmine di Giarre; il nuovo tempio viene realizzato grazie all’intervento di un ricco borghese, don Rosario Grasso, che acquisisce il diritto di patronato sul tempio, vale a dire la possibilità di sceglierne il cappellano. Contrariato dalle scelte del Grasso, che sminuiscono il suo carisma, l’arciprete Fiamingo presenta una lettera-denuncia al Vescovo, sostenendo che “alcuni rivoltosi preti di questa comune (…) hanno alienato il povero uomo dalla sua affezione dalla chiesa in costruzione”. Inoltre, “il Decurionato conoscendo che l’inaugurazione e l’installazione di tali pubbliche fiere in detta contrada Ponte (…) ritornano molto vantaggio dei singoli di questo comune” concede al nuovo quartiere del Ponte l'autorizzazione a celebrare due fiere, il 25 marzo e l'8 settembre. Il 5 dicembre viene istallata una stazione telegrafica ed aperto, ancora incompleto, il piccolo teatro lirico. Quest’ultimo, realizzato con una struttura in legno a palchi tra i quali spicca quello reale, viene inaugurato il 30 maggio con un Gran ballo di corte in occasione del genetliaco del re. Sugli elenchi consolari del regno figurano i nomi di Robert Jeans, viceconsole britannico a Giarre, e di Giacomo Fiamingo, viceconsole del Regno di Sardegna e del Regno di Spagna. Vengono eseguiti dei lavori urgenti per la riparazione del tetto del Duomo di Giarre. Il Municipio emana un regolamento per la circolazione dei mezzi di trasporto: è proibito correre a cavallo nell’abitato, lasciare liberi gli animali, chiedere compensi esagerati da parte dei vetturini e mancare agli appuntamenti con i clienti.

1858: Antonino Grassi viene nominato sindaco per la terza volta, rimarrà in carica sino al 1862. Viene aperto l'orfanotrofio comunale. Lungo la via Callipoli vengono collocati tre ponti mobili in ferro per consentire l’attraversamento della strada durante i frequenti allagamenti per le piogge invernali. Il Municipio di Giarre delibera la partecipazione, assieme agli altri comuni del mandamento, ai lavori per il prosciugamento della palude di Fondachello.

1859: Viene aperta a Giarre una scuola serale comunale per “i figli delle classi più infime della società”, perché “coll’istruzione ricevono un nuovo battesimo morale che li solleva dall’ignoranza produttiva di ogni danno”. In giugno i sindaci di Giarre e Mascali siglano un accordo per la realizzazione di una conduttura idrica tra i due abitati; l’opera, favorita dalla generosa donazione di un privato cittadino, consentirà alle abitazioni di Giarre di ricevere l’acqua corrente della fonte Nocilla sita nel territorio mascalese. Nella delibera del Municipio leggiamo le nobili intenzioni del Decurionato: “In Giarre l’acqua correrà per servizio di tutti, correrà pel cittadino, pel forestiere, pel transitante, per servizio delle truppe nazionali che ben spesso muovono da Catania per Messina e viceversa, correrà infine per dissetare gli animali di qualunque sorte con costruirvi, all’oggetto, nei locali convenienti i corrispondenti abbeveratoi”. La conduttura verrà consegnata nel gennaio del 1863: il costo dell’opera ammonta a 66.249 lire, mentre i 2.400 metri di tubatura necessari sono stati acquistati in Francia e spediti via nave a Messina; da Parigi giunge anche l’ingegnere che dirige i lavori di istallazione della rete idrica. La città rinnova la sua fedeltà ai sovrani borbonici in due occasioni: il gran galà di tre giorni che si tiene al teatro municipale per festeggiare le nozze dell’erede al trono, Francesco II, Duca di Calabria e, nel mese di maggio, una messa in suffragio che si tiene al Duomo per la morte del re Ferdinando II.

 

 
   
 
 

 

 
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