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Storia di Giarre e della Contea di Mascali

 

Il Santo e l’Arciprete

     
   

“Si dà il caso che fosse la festa del loro Santo patrono; la strada era piena di contadini nei loro abiti migliori e la brillante varietà dei loro costumi aggiungeva colore alla scena”.

Henry Edward Bunbury, 1806

 

     

1823: Con il Regio Decreto del 28.02.1823 viene sancita la divisione e delimitazione territoriale dei due comuni: Mascali conserva solo i borghi di Nunziata, Tagliaborsa e Puntalazzo e la sciara di Scorciavacca, il rimanente territorio della Contea passa al nuovo Comune di Giarre. Il 3 maggio l’Intendente del val di Catania comunica al sindaco di Giarre le decisioni adottate dal re in merito ai confini comunali: “la linea di demarcazione fra i territori dei due comuni di Mascali e Giarre sia la strada della Cotola, detta Trainara, sino alla intercezione della strada, che prima era consolare, che venendo dal confine meridionale del territorio, passa per S.Leonardo, per Giarre, per Strada, e si dirige alla Gona, confine settentrionale del territorio. Da questo punto di intercezione colla detta strada ex consolare, si tiri una traccia sino al punto dove si trova la linea retta della strada di comunicazione con Giarre, e da questo punto siegue la linea di demarcazione lungo il ramo meridionale del detto vallone sino alla marina. Questa linea divida il territorio come in due parti. La parte settentrionale formi il comune di Mascali. Essa contiene le abitazioni di Mascali, Tagliaborsa ed Annunziata, che formeranno una popolazione di 3.047 anime. La parte meridionale formi il comune ed il territorio di Giarre. La medesima contiene le abitazioni di Giarre, Riposto, S.Maria la Strada, Macchia, S.Matteo, Torre Archirafi, S.Leonardo, Dagala, Milo, S.Giovanni e S.Alfio che formano una popolazione di anime 15.611. (…) Finalmente si continui nel comune di Mascali la fiera di S.Leonardo, nel giorno 6 novembre di ogni anno, e che si faccia una simile fiera nel comune di Giarre, ogni anno, nella terza domenica di maggio, nella quale ivi si celebra le festa di S.Isidoro. L’una e l’altra fiera, secondo i sistemi attuali non dovranno godere di franchigia né regia né comunale”. Oltre alla fiera del Santo, si terrà, ogni terza domenica di settembre, un secondo mercato franco al Fondaco Barone. Don Salvatore Fiamingo di Macchia viene nominato primo arciprete parroco di Giarre ("Primus Archipresbiter parochus ac rector Elcclesiae communis Giarrarum totiusque territorii"); sin dal 1813 era il cappellano della chiesa di Maria Santissima della Provvidenza di Macchia. Sotto l'arcipretura Fiamingo, il clero giarrese conterà ben 55 sacerdoti.

1824: Avviate le operazioni per la divisione territoriale di Giarre e Mascali in due comuni; alle ore 9 del 23 novembre, il consigliere d'Intendenza Giovanni Gravina, coadiuvato dal vice capo Carlo Carbonaro e dall'architetto Carlo Puleio, convoca a S.Giovanni "le autorità rappresentanti le due Comuni [Giarre e Mascali] interessate sulla nomenclatura de' luoghi indicati da S.M., riserbandomi in caso di discrepanza decidere la controversia dietro le testimonianze de' vecchi abitatori del contado". L'incontro inizia con le rimostranze delle autorità mascalesi perché "per la divisione ordinata da S.M., il territorio di Mascali veniva totalmente attenuato da non poter prestare i mezzi alla politica sussistenza della Comune", giacché privato dei ricchi vigneti di S.Alfio e S.Giovanni; vi è anche il problema di Tagliaborsa che "non deve e non può per la sua posizione far parte del territorio di Mascali": diverrà una enclave mascalese nel Comune di Giarre, "territorio perfettamente carcerato in alieno territorio". Inoltre, si evidenzia la cattiva scelta del confine settentrionale nei pressi di Riposto: "in effetti con siffatta divisione vien tolto a Riposto un piccolo tratto di spiaggia destinato per luogo di contumacia delle barche che vengono a caricar vino nei suoi ricchi e vasti depositi".

1825: Paolo Sicacca è il nuovo sindaco di Giarre. La Contea di Mascali passa dalle attribuzioni del re di Napoli al patrimonio del principe di Capua, il secondogenito Carlo: ne saranno amministratori dapprima i napoletani Russo, Ferdinando Buccheri (rimosso per aver sperperato oltre 15.000 onze delle rendite della Contea), Francesco Garnier e successivamente i giarresi Pittella, Patanè Vecchio e Majorana. Dopo numerosi incidenti per stabilire la precedenza nel corteo, il Decurionato di Giarre delibera un regolamento "sul modo di procedere le congregazioni nell'intervenire alla processione per la festività del glorioso patrono S.Isidoro": aprirà il corteo l'arciconfraternita del Santissimo Sacramento seguita da quella delle Anime Purganti, del Riposto, della Torre, di S.Giovanni, di S.Alfio, di S.Leonardello, del Milo, di S.Matteo e della Macchia. L’Intendenza del val di Catania approva la rinnovata lista degli eligibili: tra i notabili cittadini troviamo 4 arbitranti, 29 artigiani, 22 negozianti, 134 possidenti, 84 professionisti, 25 trafficanti e 6 orafi.

1826: Con la legge del 19 giugno, la dogana sul litorale viene denominata di "Mascali-Giarre", solo nel 1854, assumerà il titolo definitivo di "Dogana di Riposto". Il 16 novembre la sacra congregazione dei riti con un proprio decreto, approvato dal Papa Leone XII, proclama S.Isidoro Agricola patrono unico del Comune; i ripostesi, devoti a S.Pietro, impugneranno l’atto. I Decurioni di Giarre chiedono al sovrano la sospensione della quartuccia sul vino, dazio risalente al XV secolo, riscosso dal convento di S.Francesco di Catania; la richiesta sarà reiterata nel 1839. Il Nuovo beneficiale del patronato del Vescovo di Catania è don Sebastiano Grasso che sarà protagonista di un rapporto conflittuale con l'arciprete Fiamingo. I ripostesi presentano la quarta petizione per l’autonomia.

1827: Il filosofo francese Alexis de Tocqueville, nel corso del suo viaggio in Sicilia, elogia la concessione dei terreni agricoli etnei in enfiteusi ai contadini; riferendosi probabilmente alla Contea, scrive che le terre “sono soggette a spaventose devastazioni, i signori e i monaci se ne sono disgustati e il popolo ne è divenuto proprietario. Ora la divisione dei beni è quasi senza limiti. Ognuno ha un sia pur minimo interesse nella terra. È la sola parte della Sicilia dove il contadino è possidente”.

1828: Vincenzo Mirone è il sindaco di Giarre. Il naturalista catanese Carlo Gemmellaro scrive che “In meno di mezzo secolo il villaggio del Riposto si è ingrandito, e popolato oltre ogni credere, mentre tutti i nostri antichi conoscono che li pochi abitanti di quel sito non vivevano altra volta che sotto misere capanne, di cui qualcheduna si scorge tutt’ora nel lido. I naviganti sono sicuri di trovarvi ogni giorno un comodo ed abbondante villaggio”.

1829: Il giarrese Raffaele Barbagallo, docente all'università di Napoli, viene nominato medico della corte borbonica. Il nuovo primo cittadino giarrese è Paolo Musumeci.

1830: La Gran Strada Callipoli, nuova consolare di collegamento tra Catania e Messina, viene definitivamente sistemata: il transito dei carri e delle carrozze avverrà attraverso la nuova maestosa strada maestra, che sostituisce la via Carolina, già Regia Trazzera de li Giarri. A Macchia viene attivata una scuola primaria maschile; nello stesso quartiere, una scuola femminile sarà aperta nel 1862. Una lite tra l’arciprete Fiamingo ed il Priore degli agostininani scalzi, Frà Luigi da San Leonardo, si conclude con una dura reprimenda di quest’ultimo, per il quale “la mia chiesa non riconosce altri superiori che il governo del mio ordine”. Cominciano i lavori per la conversione del magazzino del peculio in teatro; l’opera sarà consegnata dopo ben 27 anni. Viene presentata dai ripostesi la quinta petizione per l’autonomia.

1831: Continua la rapida crescita dell'ex quartiere di Giarre: la popolazione si attesta a 17.649 abitanti mentre Mascali conta 3.797 anime. In una carta topografica a colori del territorio comunale sono visibili, tra le altre costruzioni, le torri di Malogrado nei pressi del torrente Macchia a S.Maria la Strada; devono il loro nome alla locuzione latina "malus gradus" che indicava un passaggio pericoloso lungo la via Valeria. Secondo alcune fonti sono state costruite dal conte Ruggero, secondo altre dai saraceni. Qui, scrive il geografo Massa, “si persuade il volgo esservi nascosto un tesoro”. Pietro Grassi è il nuovo sindaco di Giarre.

1832: La nuova lista degli eligibili del Comune di Giarre comprende 6 arbitranti, 36 artigiani, 19 negozianti, 113 possidenti, 75 professionisti, 24 trafficanti e 6 orafi. Il cartografo inglese John Pudry scrive nel suo portolano del Mediterraneo che, nonostante Giarre e Riposto siano dei villaggi fiorenti, il caricatoio è inadatto all’ancoraggio delle navi. Invece, a due miglia dal Riposto, si trova la Casa Cottone, luogo di carico per legnami e grano.

1833: Il nuovo sindaco è Sebastiano Fichera, l’anno seguente sarà sostituito da Andrea Mangano.

1835: Il Municipio di Giarre istituisce un cordone sanitario per fronteggiare un’epidemia di vajolo: nessuno può entrare o uscire dal territorio comunale senza sottoporsi ai controlli medici.

1836: Viene avanzata la prima richiesta per la costruzione di un porto nel borgo marinaro di Riposto, promotore dell'istanza è l'armatore Giuseppe De Majo; dalla memoria di Salvatore Mancino al Decurionato di Catania leggiamo che "per la mancanza di un sicuro ricovero [nella marina del Riposto] le barche di carena solo vi ancorano e i grossi bastimenti devono i ricchi ripostesi mantenere in lontani paesi, onde adoperarne. Nel verno, eppure ne anco e vero, dappoi che tutti i bastimenti di qualunque portata sono a carena, e tutti si ritraggono sul lido, ove caricano attendendo il tempo propizio per scioglier le vele. Ma nella ipotesi che parecchi legni dovessero altrove tenersi in sicuro nei tempi invernali e necessita forse di un porto al capo con sì grandi spesa?". Anche il sindaco di Acireale, in una memoria per la costruzione di un porto a Capo Mulini, sottolinea l’importanza del litorale ripostese: “Al di qua [dell’Alcantara] è una spiaggia aperta di miglia sette circa, che termina a Riposto. E’ questo il marittimo quartiere della comune di Mascali-Giarre; è questo l’emporio del commercio etneo, che con 70 vele circa dà opera ad estraregnare ogni maniera di produzioni della Contea di Mascali, e con Malta, l’arcipelago, l’Italia tutta, grande parte di Europa, e qualche regno delle due Americhe ancora, mantiene vivo lo scambio de’ valori permutabili. Ivi sono parecchi coraggiosi e grandi capitalisti, copiosi e stupendi ordegni per vari rami di industria, fra cui perfetti lambicchi di spirito di vino, e frequenti sono le classi de’ calefati, bottai, marinai, sensali, commercianti, ec.; ivi è l’unica scuola nautica del valle; e nulla manca alla perfezione del traffico eccetto un sicuro ricovero, per lo che barche di carena solo vi ancorano, tali da potersi sul lido ad ogni momento ritrarre; e i grossi bastimenti devono i ricchi ripostesi mantenere in lontani porti, o non adoperarne. Quest’attività palesa l’arditezza degli etnei, i quali a dispetto dei pericoli di naufragio, tanto commercio mantengono in una costa infedele; e il bisogno che la loro industria, oramai adulta, ha di un porto, richiesto dalla natura e dalla civiltà. Prolungasi dopo il Riposto la spiaggia di Torre degli Archirafi, e viene la baia della Praiuola, la quale presta agio a farvi qualche tenue caricato al bisogno”. A Riposto sono attive le prime distillerie a vapore per l'estrazione degli spiriti dagli agrumi. Sesta petizione per l’autonomia di Riposto.

1837: Francesco Pittella è il decimo sindaco di Giarre. Il Municipio predispone un progetto per basolare la via Etnea; riproposto nel 1858, verrà attuato solo nel 1872.

1838: Acireale viene elevata a capoluogo di distretto: avrà competenze amministrative anche su Giarre e la Contea. Il distretto acese sarà soppresso nel 1860 quando il nuovo Regno d’Italia, riformando la suddivisione amministrativa del territorio, assegnerà Acireale e Giarre alla provincia Catania. Con la riorganizzazione del servizio postale e delle vetture corriere, viene potenziata l’officina postale di Giarre, ove sono previsti nove cavalli per le esigenze delle vetture. Per garantire l’efficienza del servizio, l’Amministrazione generale delle Regie Poste e dei Procacci in Sicilia  emana l’Orario stabilito per la esecuzione delle varie corse dei quattro cammini principali in vettura corriera: le corriere per il trasporto dei viaggiatori e per la raccolta della posta transiteranno dall’officina postale di Giarre quattro volte alla settimana seguendo un itinerario congegnato in modo tale da garantire la distribuzione delle schedine del lotto e la successiva raccolta delle giocate. A Giarre, in particolare, le vetture transitano secondo uno schema ben definito: la domenica (ore 13.45, diretta a Messina, proveniente da Palermo da dove parte il sabato alle ore 24 con gli stampati della Lotteria per le giocate della settimana); il mercoledì (ore 23.30, diretta a Catania e poi a Palermo, proveniente da Messina, da dove parte alle ore 16, raccogliendo le giocate della Lotteria); infine il lunedì (ore 2.45, diretta a Catania ed in seguito a Palermo, proveniente da Messina da dove parte alle ore 19) ed il giovedì (proveniente da Palermo e diretta a Messina). Sulle vetture, per le ovvie esigenze di spazio, “ciascun viaggiatore potrà trasportare seco una valigia, sacco o involto che non ecceda il peso di 12 rotoli” [10,5 kg]. Il regolamento postale prevede che “nelle buche potranno immettersi le lettere sino ad ore due avanti la partenza di ciascun corriere, per le sole spedizioni della domenica potranno riceversi un’ora avanti la partenza. Le ferrate della distribuzione delle lettere saranno aperte tutti i giorni la mattina quattr’ore prima di mezzogiorno ed il dopopranzo dalle ore 21 alle ore 23. Nelle feste di doppio precetto, il dopopranzo resterà serrata”. Particolare attenzione viene posta alle condizioni igieniche dei viaggiatori in quanto “è proibito affittare i posti delle vetture corriere a persone ammalate le quali potrebbero per effetto della loro malattia ritardare il cammino delle vetture”. Infine, occorre prestare attenzione alle norme di polizia: non si potranno affittare posti “ai viaggiatori che da un valle debbano ad un altro transitare se questi ultimi non sono provveduti della carta di passaggio che sarà rilasciata dalla polizia”. Settima petizione per l’autonomia di Riposto.

1839: Il nuovo sindaco è Antonino Grassi. Le richieste di autonomia da parte dei ripostesi si fanno sempre più pressanti; nella vertenza tra i due comuni, la difesa di Giarre è assunta dagli avvocati Giacinto Galanti ed Agostino Vadalà, quella di Riposto da Salvatore Tomarchio. I ripostesi lamentano una esagerata sproporzione a favore di Giarre nella ripartizione dei fondi da parte del Decurionato, le poche opere pubbliche realizzate nel loro quartiere e la mancata apertura delle scuole. A Giarre si registrano i primi casi di una epidemia di vajolo che si estinguerà nel 1842. In uno studio sulle paludi della Sicilia, Giuseppe Antonio Galvani descrive la presenza di due acquitrini naturali situati nel circondario di Mascali: Gurna di pane e vino (3,43 ettari) presso  Fondachello e  l’Azzanetto, molto prossima alla spiaggia. Viene segnalata la precedente presenza di una terza palude, detta degli Auzini (6,86 ettari) bonificata da pochi anni. Secondo Giuseppe Antonio Mercurio tra il 1839 e il 1846, le sorgenti Gebbia, Fico e Panevino, che alimentavano la Gurna, si estinsero a causa di un prolungato periodo di siccità causando il prosciugamento del bacino.

1840: Gaetano Macherione, nuovo sindaco di Giarre, fa stampare una dura reprimenda contro le aspirazioni autonomistiche della frazione marinara: "E' fuori dubbio che tra Riposto e Torre si trovano più di mille anime, ma vi è tra essi il numero sufficiente per formare e rinnovare il personale amministrativo? Gente per la più parte analfabeta, persone tutte addette al commercio potranno gestire cariche amministrative e molto più sanitarie, nelle quali si richiede un disinteresse? Quale adito non si darà al contrabbando! I primi autori ne sarebbero gli stessi impiegati, l'avidità fa mettere al bando qualunque ritegno, e fa sacrificare la propria carica. Queste verità non hanno bisogno di dimostrazione alcuna, come quelle che ogni giorno ci dà a dividere la società". Nasce a Giarre il poeta e patriota Giuseppe Macherione; morirà a Torno nel 1861. Il 15 maggio una ordinanza dell'Arcivescovo di Messina impone ai ripostesi l'osservanza della festa di S.Isidoro, patrono unico del Comune; la norma è rivolta anche ai sacerdoti, "sub poena suspensionis a divinis". Il 10 agosto il Decurionato di Giarre conferisce all'ingegner Pietro Trombetta l'incarico di ultimare il prospetto est del nuovo Duomo.

 

 
   
 
 

 

 
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