1823:
Con il Regio Decreto del 28.02.1823 viene sancita la
divisione e delimitazione territoriale dei due comuni:
Mascali conserva solo i borghi di Nunziata, Tagliaborsa
e Puntalazzo e la sciara di Scorciavacca, il rimanente
territorio della Contea passa al nuovo Comune di Giarre.
♦
Il 3 maggio l’Intendente del val di Catania comunica al
sindaco di Giarre le decisioni adottate dal re in merito
ai confini comunali: “la linea di demarcazione fra i
territori dei due comuni di Mascali e Giarre sia la
strada della Cotola, detta Trainara, sino alla
intercezione della strada, che prima era consolare, che
venendo dal confine meridionale del territorio, passa
per S.Leonardo, per Giarre, per Strada, e si dirige alla
Gona, confine settentrionale del territorio. Da questo
punto di intercezione colla detta strada ex consolare,
si tiri una traccia sino al punto dove si trova la linea
retta della strada di comunicazione con Giarre, e da
questo punto siegue la linea di demarcazione lungo il
ramo meridionale del detto vallone sino alla marina.
Questa linea divida il territorio come in due parti. La
parte settentrionale formi il comune di Mascali. Essa
contiene le abitazioni di Mascali, Tagliaborsa ed
Annunziata, che formeranno una popolazione di 3.047
anime. La parte meridionale formi il comune ed il
territorio di Giarre. La medesima contiene le abitazioni
di Giarre, Riposto, S.Maria la Strada, Macchia, S.Matteo,
Torre Archirafi, S.Leonardo, Dagala, Milo, S.Giovanni e
S.Alfio che formano una popolazione di anime 15.611. (…)
Finalmente si continui nel comune di Mascali la fiera di
S.Leonardo, nel giorno 6 novembre di ogni anno, e che si
faccia una simile fiera nel comune di Giarre, ogni anno,
nella terza domenica di maggio, nella quale ivi si
celebra le festa di S.Isidoro. L’una e l’altra fiera,
secondo i sistemi attuali non dovranno godere di
franchigia né regia né comunale”. Oltre alla fiera
del Santo, si terrà, ogni terza domenica di settembre,
un secondo mercato franco al Fondaco Barone.
♦
Don Salvatore Fiamingo di Macchia viene nominato primo
arciprete parroco di Giarre ("Primus Archipresbiter
parochus ac rector Elcclesiae communis Giarrarum
totiusque territorii"); sin dal 1813 era il
cappellano della chiesa di Maria Santissima della
Provvidenza di Macchia. Sotto l'arcipretura Fiamingo, il
clero giarrese conterà ben 55 sacerdoti.
1824:
Avviate le operazioni per la divisione territoriale di
Giarre e Mascali in due comuni; alle ore 9 del 23
novembre, il consigliere d'Intendenza Giovanni Gravina,
coadiuvato dal vice capo Carlo Carbonaro e
dall'architetto Carlo Puleio, convoca a S.Giovanni "le
autorità rappresentanti le due Comuni [Giarre e
Mascali] interessate sulla nomenclatura de' luoghi
indicati da S.M., riserbandomi in caso di discrepanza
decidere la controversia dietro le testimonianze de'
vecchi abitatori del contado". L'incontro inizia con
le rimostranze delle autorità mascalesi perché "per
la divisione ordinata da S.M., il territorio di Mascali
veniva totalmente attenuato da non poter prestare i
mezzi alla politica sussistenza della Comune",
giacché privato dei ricchi vigneti di S.Alfio e
S.Giovanni; vi è anche il problema di Tagliaborsa che "non
deve e non può per la sua posizione far parte del
territorio di Mascali": diverrà una enclave
mascalese nel Comune di Giarre, "territorio
perfettamente carcerato in alieno territorio".
Inoltre, si evidenzia la cattiva scelta del confine
settentrionale nei pressi di Riposto: "in effetti con
siffatta divisione vien tolto a Riposto un piccolo
tratto di spiaggia destinato per luogo di contumacia
delle barche che vengono a caricar vino nei suoi ricchi
e vasti depositi".
1825:
Paolo Sicacca è il nuovo sindaco di Giarre.
♦
La Contea di Mascali passa dalle attribuzioni del re di
Napoli al patrimonio del principe di Capua, il
secondogenito Carlo: ne saranno amministratori dapprima
i napoletani Russo, Ferdinando Buccheri (rimosso per
aver sperperato oltre 15.000 onze delle rendite della
Contea), Francesco Garnier e successivamente i giarresi
Pittella, Patanè Vecchio e Majorana.
♦
Dopo numerosi incidenti per stabilire la precedenza nel
corteo, il Decurionato di Giarre delibera un regolamento
"sul modo di procedere le congregazioni
nell'intervenire alla processione per la festività del
glorioso patrono S.Isidoro": aprirà il corteo
l'arciconfraternita del Santissimo Sacramento seguita da
quella delle Anime Purganti, del Riposto, della Torre,
di S.Giovanni, di S.Alfio, di S.Leonardello, del Milo,
di S.Matteo e della Macchia.
♦
L’Intendenza del val di Catania approva la rinnovata
lista degli eligibili: tra i notabili cittadini
troviamo 4 arbitranti, 29 artigiani, 22 negozianti, 134
possidenti, 84 professionisti, 25 trafficanti e 6 orafi.
1826:
Con la legge del 19 giugno, la dogana sul litorale viene
denominata di "Mascali-Giarre", solo nel 1854, assumerà
il titolo definitivo di "Dogana di Riposto".
♦
Il 16 novembre la sacra congregazione dei riti con un
proprio decreto, approvato dal Papa Leone XII, proclama
S.Isidoro Agricola patrono unico del Comune; i
ripostesi, devoti a S.Pietro, impugneranno l’atto.
♦
I Decurioni di Giarre chiedono al sovrano la sospensione
della quartuccia sul vino, dazio risalente al XV secolo,
riscosso dal convento di S.Francesco di Catania; la
richiesta sarà reiterata nel 1839.
♦
Il Nuovo beneficiale del patronato del Vescovo di
Catania è don Sebastiano Grasso che sarà protagonista di
un rapporto conflittuale con l'arciprete Fiamingo.
♦
I ripostesi presentano la quarta petizione per
l’autonomia.
1827:
Il filosofo francese Alexis de Tocqueville, nel corso
del suo viaggio in Sicilia, elogia la concessione dei
terreni agricoli etnei in enfiteusi ai contadini;
riferendosi probabilmente alla Contea, scrive che le
terre “sono soggette a spaventose devastazioni, i
signori e i monaci se ne sono disgustati e il popolo ne
è divenuto proprietario. Ora la divisione dei beni è
quasi senza limiti. Ognuno ha un sia pur minimo
interesse nella terra. È la sola parte della Sicilia
dove il contadino è possidente”.
1828:
Vincenzo Mirone è il sindaco di Giarre.
♦
Il naturalista catanese Carlo Gemmellaro scrive che “In
meno di mezzo secolo il villaggio del Riposto si è
ingrandito, e popolato oltre ogni credere, mentre tutti
i nostri antichi conoscono che li pochi abitanti di quel
sito non vivevano altra volta che sotto misere capanne,
di cui qualcheduna si scorge tutt’ora nel lido. I
naviganti sono sicuri di trovarvi ogni giorno un comodo
ed abbondante villaggio”.
1829:
Il giarrese Raffaele Barbagallo, docente all'università
di Napoli, viene nominato medico della corte borbonica.
♦
Il nuovo primo cittadino giarrese è Paolo Musumeci.
1830:
La Gran Strada Callipoli, nuova consolare di
collegamento tra Catania e Messina, viene
definitivamente sistemata: il transito dei carri e delle
carrozze avverrà attraverso la nuova maestosa strada
maestra, che sostituisce la via Carolina, già Regia
Trazzera de li Giarri.
♦
A Macchia viene attivata una scuola primaria maschile;
nello stesso quartiere, una scuola femminile sarà aperta
nel 1862.
♦
Una lite tra l’arciprete Fiamingo ed il Priore degli
agostininani scalzi, Frà Luigi da San Leonardo, si
conclude con una dura reprimenda di quest’ultimo, per il
quale “la mia chiesa non riconosce altri superiori
che il governo del mio ordine”.
♦
Cominciano i lavori per la conversione del magazzino del
peculio in teatro; l’opera sarà consegnata dopo ben 27
anni.
♦
Viene presentata dai ripostesi la quinta petizione per
l’autonomia.
1831:
Continua la rapida crescita dell'ex quartiere di Giarre:
la popolazione si attesta a 17.649 abitanti mentre
Mascali conta 3.797 anime.
♦
In una carta topografica a colori del territorio
comunale sono visibili, tra le altre costruzioni, le
torri di Malogrado nei pressi del torrente Macchia a
S.Maria la Strada; devono il loro nome alla locuzione
latina "malus gradus" che indicava un passaggio
pericoloso lungo la via Valeria. Secondo alcune fonti
sono state costruite dal conte Ruggero, secondo altre
dai saraceni. Qui, scrive il geografo Massa, “si
persuade il volgo esservi nascosto un tesoro”.
Pietro Grassi è il nuovo sindaco di Giarre.
1832:
La nuova lista degli eligibili del Comune di
Giarre comprende 6 arbitranti, 36 artigiani, 19
negozianti, 113 possidenti, 75 professionisti, 24
trafficanti e 6 orafi.
♦
Il cartografo inglese John Pudry scrive nel suo
portolano del Mediterraneo che, nonostante Giarre e
Riposto siano dei villaggi fiorenti, il caricatoio è
inadatto all’ancoraggio delle navi. Invece, a due miglia
dal Riposto, si trova la Casa Cottone, luogo di carico
per legnami e grano.
1833:
Il nuovo sindaco è Sebastiano Fichera, l’anno seguente
sarà sostituito da Andrea Mangano.
1835:
Il Municipio di Giarre istituisce un cordone sanitario
per fronteggiare un’epidemia di vajolo: nessuno può
entrare o uscire dal territorio comunale senza
sottoporsi ai controlli medici.
1836:
Viene avanzata la prima richiesta per la costruzione di
un porto nel borgo marinaro di Riposto, promotore
dell'istanza è l'armatore Giuseppe De Majo; dalla
memoria di Salvatore Mancino al Decurionato di Catania
leggiamo che "per la mancanza di un sicuro ricovero
[nella marina del Riposto] le barche di carena
solo vi ancorano e i grossi bastimenti devono i ricchi
ripostesi mantenere in lontani paesi, onde adoperarne.
Nel verno, eppure ne anco e vero, dappoi che tutti i
bastimenti di qualunque portata sono a carena, e tutti
si ritraggono sul lido, ove caricano attendendo il tempo
propizio per scioglier le vele. Ma nella ipotesi che
parecchi legni dovessero altrove tenersi in sicuro nei
tempi invernali e necessita forse di un porto al capo
con sì grandi spesa?".
♦
Anche il sindaco di Acireale, in una memoria per la
costruzione di un porto a Capo Mulini, sottolinea
l’importanza del litorale ripostese: “Al di qua
[dell’Alcantara] è una spiaggia aperta di miglia
sette circa, che termina a Riposto. E’ questo il
marittimo quartiere della comune di Mascali-Giarre; è
questo l’emporio del commercio etneo, che con 70 vele
circa dà opera ad estraregnare ogni maniera di
produzioni della Contea di Mascali, e con Malta,
l’arcipelago, l’Italia tutta, grande parte di Europa, e
qualche regno delle due Americhe ancora, mantiene vivo
lo scambio de’ valori permutabili. Ivi sono parecchi
coraggiosi e grandi capitalisti, copiosi e stupendi
ordegni per vari rami di industria, fra cui perfetti
lambicchi di spirito di vino, e frequenti sono le classi
de’ calefati, bottai, marinai, sensali, commercianti, ec.;
ivi è l’unica scuola nautica del valle; e nulla manca
alla perfezione del traffico eccetto un sicuro ricovero,
per lo che barche di carena solo vi ancorano, tali da
potersi sul lido ad ogni momento ritrarre; e i grossi
bastimenti devono i ricchi ripostesi mantenere in
lontani porti, o non adoperarne. Quest’attività palesa
l’arditezza degli etnei, i quali a dispetto dei pericoli
di naufragio, tanto commercio mantengono in una costa
infedele; e il bisogno che la loro industria, oramai
adulta, ha di un porto, richiesto dalla natura e dalla
civiltà. Prolungasi dopo il Riposto la spiaggia di Torre
degli Archirafi, e viene la baia della Praiuola, la
quale presta agio a farvi qualche tenue caricato al
bisogno”.
♦
A Riposto sono attive le prime distillerie a vapore per
l'estrazione degli spiriti dagli agrumi.
♦
Sesta petizione per l’autonomia di Riposto.
1837:
Francesco Pittella è il decimo sindaco di Giarre.
♦
Il Municipio predispone un progetto per basolare la via
Etnea; riproposto nel 1858, verrà attuato solo nel 1872.
1838:
Acireale viene elevata a capoluogo di distretto: avrà
competenze amministrative anche su Giarre e la Contea.
Il distretto acese sarà soppresso nel 1860 quando il
nuovo Regno d’Italia, riformando la suddivisione
amministrativa del territorio, assegnerà Acireale e
Giarre alla provincia Catania.
♦
Con la riorganizzazione del servizio postale e delle
vetture corriere, viene potenziata l’officina postale di
Giarre, ove sono previsti nove cavalli per le esigenze
delle vetture. Per garantire l’efficienza del servizio,
l’Amministrazione generale delle Regie Poste e dei
Procacci in Sicilia emana l’Orario stabilito per la
esecuzione delle varie corse dei quattro cammini
principali in vettura corriera: le corriere per il
trasporto dei viaggiatori e per la raccolta della posta
transiteranno dall’officina postale di Giarre quattro
volte alla settimana seguendo un itinerario congegnato
in modo tale da garantire la distribuzione delle
schedine del lotto e la successiva raccolta delle
giocate. A Giarre, in particolare, le vetture transitano
secondo uno schema ben definito: la domenica (ore 13.45,
diretta a Messina, proveniente da Palermo da dove parte
il sabato alle ore 24 con gli stampati della Lotteria
per le giocate della settimana); il mercoledì (ore
23.30, diretta a Catania e poi a Palermo, proveniente da
Messina, da dove parte alle ore 16, raccogliendo le
giocate della Lotteria); infine il lunedì (ore 2.45,
diretta a Catania ed in seguito a Palermo, proveniente
da Messina da dove parte alle ore 19) ed il giovedì
(proveniente da Palermo e diretta a Messina). Sulle
vetture, per le ovvie esigenze di spazio, “ciascun
viaggiatore potrà trasportare seco una valigia, sacco o
involto che non ecceda il peso di 12 rotoli” [10,5
kg]. Il regolamento postale prevede che “nelle buche
potranno immettersi le lettere sino ad ore due avanti la
partenza di ciascun corriere, per le sole spedizioni
della domenica potranno riceversi un’ora avanti la
partenza. Le ferrate della distribuzione delle lettere
saranno aperte tutti i giorni la mattina quattr’ore
prima di mezzogiorno ed il dopopranzo dalle ore 21 alle
ore 23. Nelle feste di doppio precetto, il dopopranzo
resterà serrata”. Particolare attenzione viene posta
alle condizioni igieniche dei viaggiatori in quanto “è
proibito affittare i posti delle vetture corriere a
persone ammalate le quali potrebbero per effetto della
loro malattia ritardare il cammino delle vetture”.
Infine, occorre prestare attenzione alle norme di
polizia: non si potranno affittare posti “ai
viaggiatori che da un valle debbano ad un altro
transitare se questi ultimi non sono provveduti della
carta di passaggio che sarà rilasciata dalla polizia”.
♦
Settima petizione per l’autonomia di Riposto.
1839:
Il nuovo sindaco è Antonino Grassi.
♦
Le richieste di autonomia da parte dei ripostesi si
fanno sempre più pressanti; nella vertenza tra i due
comuni, la difesa di Giarre è assunta dagli avvocati
Giacinto Galanti ed Agostino Vadalà, quella di Riposto
da Salvatore Tomarchio. I ripostesi lamentano una
esagerata sproporzione a favore di Giarre nella
ripartizione dei fondi da parte del Decurionato, le
poche opere pubbliche realizzate nel loro quartiere e la
mancata apertura delle scuole.
♦
A Giarre si registrano i primi casi di una epidemia di
vajolo che si estinguerà nel 1842.
♦
In uno studio sulle paludi della Sicilia, Giuseppe
Antonio Galvani descrive la presenza di due acquitrini
naturali situati nel circondario di Mascali: Gurna di
pane e vino (3,43 ettari) presso Fondachello e l’Azzanetto,
molto prossima alla spiaggia. Viene segnalata la
precedente presenza di una terza palude, detta degli
Auzini (6,86 ettari) bonificata da pochi anni. Secondo
Giuseppe Antonio Mercurio tra il 1839 e il 1846, le
sorgenti Gebbia, Fico e Panevino, che alimentavano la
Gurna, si estinsero a causa di un prolungato periodo di
siccità causando il prosciugamento del bacino.
1840:
Gaetano Macherione, nuovo sindaco di Giarre, fa stampare
una dura reprimenda contro le aspirazioni autonomistiche
della frazione marinara: "E' fuori dubbio che tra
Riposto e Torre si trovano più di mille anime, ma vi è
tra essi il numero sufficiente per formare e rinnovare
il personale amministrativo? Gente per la più parte
analfabeta, persone tutte addette al commercio potranno
gestire cariche amministrative e molto più sanitarie,
nelle quali si richiede un disinteresse? Quale adito non
si darà al contrabbando! I primi autori ne sarebbero gli
stessi impiegati, l'avidità fa mettere al bando
qualunque ritegno, e fa sacrificare la propria carica.
Queste verità non hanno bisogno di dimostrazione alcuna,
come quelle che ogni giorno ci dà a dividere la società".
♦
Nasce a Giarre il poeta e patriota Giuseppe Macherione;
morirà a Torno nel 1861.
♦
Il 15 maggio una ordinanza dell'Arcivescovo di Messina
impone ai ripostesi l'osservanza della festa di
S.Isidoro, patrono unico del Comune; la norma è rivolta
anche ai sacerdoti, "sub poena suspensionis a divinis".
♦
Il 10 agosto il Decurionato di Giarre conferisce
all'ingegner Pietro Trombetta l'incarico di ultimare il
prospetto est del nuovo Duomo.