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Storia di Giarre e della Contea di Mascali

 

Gli ultimi giorni di Mascali

     
   

“Per più di 2.400 anni gli uomini hanno vissuto nel terrore delle eruzioni dell’Etna. I dati mostrano che dalle 115.000 alle 145.000 vite sono state perdute sulle pendici del vulcano, sacrificate alle lusinghe del suo suolo estremamente ricco. Ma, nell’ultima eruzione, non una sola vita è andata perduta perché è stata predetta con due anni d’anticipio”.

Popular Mechanics, 1929

     

1911: La popolazione dei tre Comuni della ex Contea ammonta a 31.772 anime, di cui 15.967 giarresi. La nuova parrocchia di  Macchia si separa da S.Isidoro. Il 2 marzo, a causa di una forte nevicata nella zona etnea, il sindaco di Giarre chiede l’intervento dell’esercito per liberare le vie di accesso alle frazioni di S.Alfio e Milo rimaste isolate. In maggio si tengono solenni manifestazioni per il cinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia: le celebrazioni, aperte da cinque colpi di cannone, prevedono concerti, un corso di fiori lungo la via Callipoli, una fiaccolata ed un convivio di studenti universitari appositamente giunti in treno da Catania. Domenica 25 maggio si tiene una manifestazione anticlericale indetta dal comitato universitario di Giarre; vi partecipano, tra gli altri, il sindaco con tutta la giunta municipale, i componenti del club democratico e del club Savoia, i membri del Gabinetto di Scienze e Lettere, i Democratici, i Repubblicani, la Società Operaia. Il primo giugno, la famiglia reale, in occasione della visita in Sicilia, transita attraverso la stazione di Giarre presso la quale viene allestito un palco ornato di tricolori: “qui per una passerella, che è un trionfo floreale, i sovrani passano dalla stazione della circumetnea a quella della ferrovia di stato trasformata in una serra” (Corriere della Sera). Il 4 giungo viene fondato il circolo anticlericale Scienza e Verità, sarà definito "covo di mangiaparrini".  Nello stesso giorno, lo scrittore Luigi Capuana, in visita alla città, viene acclamato al teatro municipale; il Corriere di Catania racconta che "alle dieci e mezza un imponente corteo mosse verso la stazione per rilevare l'insigne letterato che per un giorno ha voluto onorare la nostra cittadina". Il 23 giugno nel corso di una tragica rapina ai danni di un fattore di Macchia, il figlio di questi oppone resistenza “afferrato un fucile, ne esplose un colpo contro i malandrini. Immediatamente il disgraziato veniva freddato da una fucilata esplosagli dai malandrini che si davano alla fuga. Da una macchia di sangue rinvenuta sullo stradale, si ritiene che vi sia un malfattore ferito”. (Corriere della Sera). L'11 settembre una serie di scosse telluriche scuotono la città di Giarre: “Quando fu avvertita verso le 7 una scossa più violenta delle altre, tutta la popolazione si riversò nelle piazze e nelle vie innalzando preghiere. Gli ammalati dell’ospedale furono portati a braccia dagli infermieri e dalle suore nella pubblica via e ricoverati sotto una tenda improvvisata” (Corriere della Sera). Il 15 ottobre un nuovo violento terremoto causa oltre 20 morti e 40 feriti, molti dei quali estratti vivi dalle macerie; oltre 200 gli sfollati a Macchia, Baglio e Rondinella mentre l'ospedale di Giarre viene precauzionalmente evacuato. I quotidiani nazionali divulgano con notevole ritardo la notizia, come leggiamo sulla corrispondenza de La Stampa: “Giunge in ritardo, a causa della rottura dei fili telegrafici, la notizia di un violentissimo terremoto avvenuto nel territorio compreso tra Acireale e Giarre (…). Verso le 14 si sparse la voce che l’ufficio telegrafico di Giarre non rispondeva (…). Verso le 15, però, è giunto a Giarre un uomo a cavallo spaventatissimo: egli portò la notizia che in tutta la zona compresa tra Acireale e Giarre il terremoto era stato violentissimo. Le case avevano sobbalzato, parecchie erano crollate con grande fragore, seppellendo sotto i rottami gli abitanti (…). C’è chi dice che a Mascali sarebbe crollata la chiesa proprio nell’ora delle funzioni domenicali (…). Il sindaco di Giarre ha telegrafato alla nostra sottoprefettura annunciando che a Baglio vi sono 8 morti e 40 feriti. Le nostre popolazioni sono sotto un’impressione enorme. La gente ha abbandonato le case e si è riversata nelle campagne urlando mossa da terrore. (…) Nuove schiere di carabinieri, agenti e soldati sono giunte da Catania e l’opera di salvataggio continua sempre, accanita e rapida”. Queste alcune delle vittime nella cronaca dell'inviato speciale del Corriere della Sera: “A Fondo Macchia è morta una bambina di due anni; è gravemente contuso certo Salvatore Nucifora colla moglie Palma che ha una gamba fratturata. A Baglio la figlia decenne di certo Alfio Barbagallo è morta.; un suo zio ottantenne è gravemente ferito ed una giovane sposa certa Giovanna Patanè è pure morta”. Nella borgata Rondinella “non si vede che una distesa di macerie. L’opera di salvataggio procede alacrissima da parte di carabinieri e soldati. I coraggiosi sfidano la minaccia di muri oscillanti per tentare il salvataggio tra le macerie del villino del cav. Gregorio Romeo. Dei gemiti, delle fioche invocazioni sospingono nel lavoro che dura da ore. Vengono estratti il cadavere di una vecchia signora: la moglie del cav. Romeo, quindi quello della figliuola dello stesso, Margherita, eppoi quello del cuoco, certo Castaldo. I gemiti sono sempre distinti e finalmente si estraggono altri due figli del cav. Romeo, Ignazio ed Enrico, gravemente feriti. Nella villa alloggiava anche la figlia dell’illustre pittore Sciuti che è rimasta miracolosamente salva. (…) Nella borgata di Fondo Macchia che ebbe a soffrire maggiormente la convulsione tellurica, mi si presenta la luce sanguigna di torce resinose, squarcianti, tratto tratto, le tenebre fittissime. Nell’oscurità vibrano grida angosciose, gemiti e pianti. E’ un andare veloce di persone che portano la sollecita loro opera di soccorso ad altre vaganti tra le macerie ed invocanti colla voce rotta dal pianto i loro cari perduti. (…) Viene estratto il cadavere di una bambina e la madre appena scorge la figliola la prende in braccio, la bacia perdutamente e vuole portarla seco. Faticosamente le viene tolta e, disperata, la povera donna segue il triste corteo, lacerandosi il volto colle unghie e struggendosi in lacrime. Nella proprietà di certa Francesca Greco, vi era un graziosissimo villino che è stato ridotto ad un ammasso di macerie. Dopo tenaci fatiche vengono tratte a salvamento le signorine Caterina e Concetta Cutuli, che hanno riportato soltanto lievi ferite; mentre a pochi metri dalle stessi si rinviene stesa al suolo e lorda di sangue una simpatica e formosa contadina, certa Patanè Giovanna. Era appena diciottenne e sposa da qualche mese. Il marito accarezza e bacia il cadavere ancora caldo piangendo disperatamente. E più avanti altri cadaveri si ritrovano e scene di dolore si susseguono. Complessivamente (…) finora vi sono venti cadaveri ed un centinaio di feriti”. Il Comune di Giarre approva una convenzione con la ditta Di Mauro, che gestisce la centrale idroelettrica, per la distribuzione di acqua potabile nelle abitazioni della città e per l'istallazione di 30 fontanelle pubbliche. A Riposto viene costruita la chiesa di S.Giuseppe. Il Comune di Giarre viene scelto dal Ministero dell’Istruzione per l’istituzione di una sezione sperimentale magistrale presso il ginnasio isolato, cioè privo della naturale prosecuzione del Liceo classico. La scuola, nonostante l’alto numero di iscrizioni, chiuderà al termine dell’anno scolastico 1918/19. La nuova legge elettorale, allargando il suffragio, innalza il numero degli elettori che, nel collegio di Giarre, passano da 3.086 a 19.300.

1912: Viene abbattuta la cappella del vecchio cimitero del Duomo di Giarre; danneggiata dal sisma del 1908, sino al 1910 vi erano stati estratti i resti delle sepolture, tra le quali diverse salme imbalsamate. Il Municipio presenta al Governo una richiesta per istituire una fermata a Giarre per il treno direttissimo Siracusa-Napoli-Roma. Nel corso dello stesso anno, un privato presenta un progetto per la costruzione della tramvia elettrica del Bosco Etneo: non verrà realizzata nonostante il Comune di Giarre conceda il diritto di passaggio gratuito sul proprio territorio. Viene costruito un lazzaretto lungo la via Cecchina, strada di campagna a nord-est del centro di Giarre: ospiterà i contagiati dalle numerose epidemie di tifo, colera e vajolo. Apre la Cassa operaia depositi e prestiti S.Isidoro. In ottobre, una piena del torrente Macchia travolge i ponti della stradale e della linea ferroviaria nei pressi di S.Maria La strada; due caselli daziari e molte proprietà vengono danneggiate dalle acque. Il 17 ottobre si registrano dimostrazioni e disordini al Ginnasio di Giarre: i candidati agli esami di licenza contestano l’eccessivo rigore della commissione. Il 15 dicembre a causa di uno scambio inserito male, il treno diretto da Catania si scontra con un treno merci fermo alla stazione di Guardia-Mangano provocando 15 morti e 20 feriti: tra le vittime del disastro ferroviario diversi giarresi, tra i quali anche il segretario comunale, sua moglie e la figlia. Il capo stazione verrà arrestato a Giarre due giorni dopo.

1913: Edoardo Pantano viene riconfermato per il terzo mandato in rappresentanza del collegio di Giarre alla Camera dei Deputati. Unico candidato, raccoglie 7.548 voti, 10 quelli dispersi. Viene collocato, nell’omonima villa, un busto di Garibaldi opera dello scultore De Francesco. Dopo molte polemiche viene rimosso il chiosco collocato in piazza Duomo: era ritenuto antiestetico. Viene disposta la costruzione di una tettoia metallica a cinque campate nella stazione ferroviaria di Giarre: importo dei lavori 11.800 lire.

1914: In gennaio tutti i consiglieri municipali democratici si dimettono perché il sindaco e la giunta sono stati coinvolti in una inchiesta giudiziaria. Dopo la breve gestione del commissario prefettizio Carmelo Castrogiovanni, il liberale Orazio Trombetta, professore di Diritto Commerciale nella Regia Scuola di Commercio di Riposto, viene eletto sindaco: rimane in carica sino al 1920. Un uomo politico giarrese, già membro dell’amministrazione comunale, viene condannato a sei mesi di reclusione ed 800 lire di multa per una truffa perpetrata ai danni delle Ferrovie nella gestione degli appalti in occasione della visita del Re; l'accusa ha avuto origine dal settimanale locale "Il Popolo", giornale del movimento operaio. Il politico verrà prosciolto in appello da ogni accusa. Aprile: Giarre è scossa dal tragico gesto di un uomo che si suicida dopo aver brutalmente ucciso a colpi di scure la moglie e la figlia di 5 anni. In maggio una violenta scossa di terremoto colpisce Giarre: si registrano panico e numerosi danni agli edifici; il Giornale d’Italia riferisce che “in pochi momenti le vie e le piazza sono state invase dagli abitanti che, sorpresi nel sonno, sono fuggiti di casa e si sono accampati all’aperto”. Il New York Times pubblica una corrispondenza simile: "L’intera popolazione è scattata fuori dal letto nelle strade, dove si è accampata in gruppi per il resto della notte. Sono state registrate non meno di quindici scosse. Molti stabilimenti sono stati demoliti e molti altri squarciati, ma non è riportato alcun morto”. Inaugurato a Riposto il teatro Puglisi, ospiterà, tra gli altri, Wanda Osiris ed Ettore Petrolini. Le esportazioni di vino da Riposto ammontano ad 13.931 ettolitri, di cui 12.419 verso l'interno (Genova, Napoli, Venezia, Spezia, Ancona e Taranto) e le rimanenti verso l'estero (Austria-Ungheria, Bulgaria, Tripolitania, Malta, Egitto, Usa). Viene aperta a Giarre una Regia scuola popolare operaia per Arti e Mestieri allo scopo di istruire nuovi tecnici, operai, capi officina; nel 1924 diverrà Regia Scuola di Avviamento al lavoro e nel 1939 sarà trasferita nel nuovo edificio scolastico, l’attuale plesso Verga di piazza Immacolata.

1915: Il 17 maggio si registrano alcuni scontri nel corso di una manifestazione interventista (l’Avanti!): un gruppo di studenti attraversa le strade di Giarre inneggiando alla guerra, ma nella piazza S.Pietro di Riposto vengono affrontati e messi in fuga dai socialisti giunti sul posto. L’edificio scolastico di piazza Macherione viene destinato ad alloggio militare. Il 29 dicembre, nei pressi della stazione di Acireale deraglia il treno che alle ore 5.55 era partito da Giarre: si registrano diversi feriti. Il 23 gennaio il Ministero dell’Interno dispone misure straordinarie per il mantenimento dell’ordine pubblico in previsione di tumulti scatenati dall’aumento del prezzo del pane: a Giarre vengono dislocati 50 militari.

1916: Il Comune istituisce una raccolta di foto dei caduti giarresi nella Grande Guerra; le immagini saranno esposte nella sala del Consiglio. Al termine del conflitto si costituiranno le sezioni giarresi dell’Associazione nazionale Combattenti e Reduci e quella dei mutilati. Una delibera del Municipio individua le aree pubbliche per lo stazionamento delle carrozze: piazza Umberto I (oggi Arcoleo), piazzale della stazione sicula, piazza della stazione e piano del silenzio (oggi Ungheria). Nel mese di marzo muore il vecchio sindaco Raffaello Grasso: dopo la celebrazione solenne delle esequie, il Municipio decide di intitolargli la strada parallela alla via Archimede (oggi corso Italia) che ancora oggi porta il suo nome. Dopo 42 giorni muore il suo storico rivale Lucio Quattrocchi.

1917: Tra il 5 ed il 21 novembre circa 600 profughi provenienti dalle terre occupate dagli Imperi Centrali dopo la disfatta di Caporetto giungono in treno a Giarre. Duecento di questi, provenienti principalmente da Cismon del Grappa e da Enego (Vicenza), rimarranno ospitati in città. I cismonesi vi resteranno fino al 1919, grazie alla generosità del comitato profughi che raccoglierà 16.284 lire per il loro mantenimento. Nel corso della permanenza  della popolazione veneta in città, la sede municipale di Cismon sarà retta a Giarre dal sindaco Massimiliano Vanin. Un profugo cismonese, Eugenio Tomasi, così racconta la fuga della famiglia in Sicilia: “Con la ritirata [di Caporetto, n.d.a] abbiamo avuto l’ordine di evacuare e abbiamo fatto tre convogli. E’ venuto a darci l’ordine il maresciallo dei carabinieri. La nostra famiglia fino ad allora era rimasta sempre in casa e quella volta ci hanno detto che avremmo dovuto andarcene da casa per sei mesi:  <<Lasciate qui tutto>>. Allora siamo partiti io, la mamma, il papà, mio fratello più piccolo che era del ’14 mentre una mia sorella era a Feltre con i nonni. Noi siamo andati con il primo convoglio a Caltanissetta; il secondo è andato a Giarre e il terzo in altri paesi là, della Sicilia: tutto il paese di Cismon è andato in Sicilia”. Il picco della “spagnola” provoca 332 vittime nel corso dell’anno; alla fine dell’epidemia, durata diversi mesi, i decessi in città saranno oltre 1.000. Un piroscafo commerciale, viene silurato da un sommergibile austro-ungarico, all’interno del bacino portuale di Riposto.

1918: Il 17 gennaio, dopo un lungo peregrinare, giunge alla stazione ferroviaria di Giarre la statua della Madonna del Pedancino, rimossa dalla chiesa di Cismon del Grappa per evitare che cadesse nelle mani degli occupanti. Una solenne processione la scorta sino al Duomo. Verrà poi collocata nella chiesa dei Carmelitani. Il 4 novembre, in seguito alla diffusione della notizia dell’armistizio, la popolazione si riversa per le strade cittadine, affollando le chiese mentre il comune dispone l’illuminazione straordinaria degli edifici pubblici. La Guerra si conclude con 361 caduti giarresi. Di questi, secondo i bollettini ufficiali del Ministero della Guerra, 55 sono morti in combattimento, 149 per malattia, 143 per ferite riportate in combattimento, 5 per affondamento di nave, 7 per infortunio, 1 a causa dei gas asfissianti e 1 per caduta di valanghe. Il 24 novembre un violento terremoto (4.3 Richter) colpisce Macchia provocando diverse vittime.

1919: Il Commissario Prefettizio di Riposto, Giuseppe Grimaldi, avvia la realizzazione di diverse opere pubbliche: il Palazzo Municipale, il Mercato Pubblico, il Lungo Mare Riposto-Torre Archirafi, il porticciolo di Torre Archirafi. Il 17 giugno la comunità di Cismon del Grappa, le cui autorità sono state solennemente ricevute nel palazzo municipale e scortate alla stazione ferroviaria, lasciano Giarre dopo due anni di permanenza. L’8 ed il 9 luglio si registrano a Giarre dei moti di protesta organizzati dai ceti popolari contro il carovita: oltre 2.500 persone manifestano in piazza, ma le dimostrazioni degenerano quando alcuni facinorosi frantumano le vetrine delle botteghe dandole alle fiamme. Mentre il sindaco Trombetta prospetta politiche socialiste di divisione dei beni per calmare la folla affamata, si costituisce un comitato d’ordine per la difesa della città: i borghesi armati e spalleggiati dal delegato di P.S. e dalle guardie municipali si scontrano con i rivoltosi al lavinaio Fornaciari (oggi Corso Matteotti). Per il mantenimento dell’ordine pubblico, il Governo disloca in città un contingente dell’Esercito Regio durante tutto il mese di luglio. Successivamente il sindaco Trombetta verrà accusato dalle opposizioni di parecchi reati (peculato, malversazione, falsificazione dei dati del censimento): rinviato a giudizio, verrà assolto da ogni imputazione. A Riposto sono attivi il primo sindacato operaio, la Lega dei Bottai, e la prima cooperativa, la Società Anonima Cooperativa Trasporti vinicoli tra carrettieri e vetturali. L’anno seguente si costituirà la Società Anonima Cooperativa Stivatori che garantirà agli associati una assicurazione contro gli infortuni e l’invalidità e un sussidio per la vecchiaia tramite l’istituzione di una cassa marittima. In seguito all’espropriazione e all’abbattimento di alcuni magazzini fatiscenti viene realizzato un primo intervento di risanamento del Camposanto vecchio, situato alle spalle del Duomo.

1920: A Giarre è nominato sindaco il liberale Gaetano Di Mauro. Il Forte di Riposto viene demolito per la realizzazione di una più ampia strada che costeggia il porto. Il nuovo arciprete è don Tommaso Leonardi di Acireale: ha studiato diritto canonico all'Università Gregoriana di Roma e giurisprudenza alla Sapienza; dopo aver esercitato per diversi anni in qualità di avvocato della Sacra Rota, viene chiamato dal Vescovo di Acireale, mons. Arista, per contrastare il fronte anticlericale che si è sviluppato a Giarre. A giungo iniziano i lavori per la costruzione di un oratorio festivo in via Carlo Alberto. Il 16 agosto il Comitato di Giarre dell'Opera Nazionale per l'assistenza civile e religiosa degli orfani dei caduti in guerra istituisce una Colonia marina sulla vicina spiaggia di Riposto. La Colonia è formata da 4 tende fornite dalla Direzione Generale della Sanità ed accoglie 45 orfani per un mese alcuni dei quali, provenienti dal circondario si trattenevano a dormire sotto tenda. La Colonia, diretta dalla sig.na Carmela Longo, coadiuvata da un medico, da tre vedove di guerra e un marinaio, adotta il seguente programma “ore 7, partenza da Giarre; 8, adunata generale e breve preghiera; 8 1/2, colazione (pane e frutta); 9, canto; 9 1/2, bagno dei maschi e cura sulla sabbia: 10 1/2, bagno delle femminuccie e cura sulla sabbia; 13, pranzo (pasta condita con carne, pane e carne, o pasta e fagiuoli o pasta e ceci e uovo o baccalà con pane); 14, spiaggia e riposo; 16, canto, lavoro, lettura; 17, ginnastica e preghiera; 18, partenza per Giarre; 20, cena per quelli che restano (pane e uova sode o formaggio e frutta); 21, riposo". La Commissione "fornisce a tutti gli orfani un costumino per il bagno e un cappello di paglia. La spesa si aggira intorno alle seimila lire (Le colonie scolastiche in Italia). Le attività proseguiranno fino al 1926. Il Municipio, per la prima volta, cede in appalto ad una ditta privata il servizio di pulizia delle strade. A Riposto sono attive diverse leghe proletarie: dei magazzinieri, degli stivatori, dei marinai tirafora (addetti a tirar fuori le botti dai magazzini per condurle alle navi), dei costruttori di botti e dei combattenti. A Giarre vengono avviate le prime officine elettriche. Tra la fine di settembre ed il mese di ottobre, si registrano diverse scosse telluriche; sebbene i danni non siano ingenti e non si conti alcuna vittima, il New York Times riporta una allarmante notizia: “Violento terremoto in Italia. Un villaggio alla base del Monte Etna danneggiato e molti feriti. L’agenzia di Roma della Exchange Telegraph Company riporta un violento terremoto accaduto a Giarre, Sicilia. Giarre giace alla base del Monte Etna. La scossa è durata dieci secondi. Un villaggio è stato distrutto e molte persone sono rimaste ferite”, ed ancora: “Le misure di sicurezza per le vittime del terremoto di domenica vengono accelerate e molte persone ferite durante il disastro sono state salvate dalla macerie. La scossa è stata molto violenta a Giarre ed il villaggio di Codavolpe, qui vicino, è stato raso al suolo. I danni nel distretto sono enormi”.

1921: Il censimento generale della popolazione del Regno assegna 17.680 a Giarre abitanti, 10.970 a Riposto, 8.066 a Mascali. Viene presentato un progetto per la realizzazione di una teleferica per il trasporto di merci – principalmente legna e neve – dal bosco della Cerrita a Giarre: la linea, che verrà costruita nel 1922, si fermerà a Milo.

1922: Il 18 aprile il treno reale proveniente da Taormina compie una breve sosta alla stazione di Giarre la cui popolazione ha accolto “con grandi manifestazioni di affetto e di omaggio il sovrano” Vittorio Emanuele III (Corriere della Sera). A Macchia viene aperta al culto la chiesa dell'Addolorata. La chiesa di S.Maria la Strada viene elevata a parrocchia, quella di Torre Archirafi viene dedicata alla Madonna del Rosario. Si costituisce la sezione giarrese dell’Associazione Nazionalista italiana, primo nucleo del partito fascista. Si insediano a Giarre le suore “Figlie di Maria Immacolata”: apriranno un convento ed una scuola; nel 1938 anche le suore del “Sacro Cuore” apriranno un loro convento in città.

1923: Dopo lo scioglimento, il Comune di Giarre viene retto dal commissario straordinario Enrico Cardile. Dopo una lunga lotta politica, la frazione di Sant'Alfio acquisisce l'autonomia da Giarre, elevandosi a Comune autonomo assieme al borgo di Milo che si staccherà a sua volta nel 1955: il territorio comunale passa da 8.400 a 3.700 ettari perdendo quasi 6.000 abitanti. Gravi disordini si registrano proprio a S.Alfio durante i festeggiamenti: un gruppo di facinorosi giarresi tenta di incendiare lo storico Castagno dei Cento Cavalli. In giugno, in seguito all'avvicinarsi delle colate laviche alla città di Linguaglossa, alcuni giornali esteri diffondo la notizia della prossima distruzione di Giarre: il New York Times, infatti, titola: “Sei nuovi crateri aperti. Giarre, con 20.000 abitanti, ed un gruppo di villaggi, vengono minacciati. Il Re parte per Catania, il Papa dona 1.000.000 di Lire”. Centinaia di telegrammi, con cui si chiedono notizie di familiari e conoscenti, giungono, da ogni parte d'Italia e dall'estero, alla Prefettura di Catania. Anche l'Ambasciatore Statunitense a Roma è costretto a recarsi in visita ai luoghi dell'eruzione per rassicurare i connazionali con parenti in Sicilia, mentre il quotidiano La Stampa critica duramente le corrispondenze estere: “Qualche giornale estero ha annunziato senz’altro la distruzione di Linguaglossa e di Giarre (…). La ripercussione delle notizie fantastiche è stata grave, specialmente in America, dove migliaia e migliaia di siciliani hanno vissuto ore di terribile ansia”.

1924: Il 18 giugno si tengono anche a Giarre manifestazioni di protesta contro l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti: “i socialisti locali e altri elementi in numero di duecento, in segno di protesta per l’uccisione dell’On. Matteotti, inscenarono una dimostrazione con urli e fischi per impedire lo svolgimento del concerto civico. Essi furono sciolti dalla forza pubblica che procede all’accertamento e alla denunzia dei responsabili” (Corriere della Sera). Il partito fascista domina le elezioni municipali ed un suo esponente, Michele Grassi Barbagallo, viene nominato sindaco; rimarrà alla guida del Comune sino al 1936 ricoprendo anche la carica di podestà. Il bilancio municipale viene chiuso con un disavanzo di 147.076 lire: la prima decisione del nuovo sindaco riguarda l’aumento dei dazi sul consumo sino al 25% per far fronte al dissesto. Viene ricostituita la biblioteca comunale.

1926: Si completa la costruzione del palazzo municipale di Riposto. La mancata adesione al partito fascista dei membri del circolo degli artisti provoca un brutale assalto delle camicie nere alla sede di piazza Sangiorgio (oggi Alessi); al suo posto verrà costituito il Dopolavoro fascista XXI aprile. Il sindaco di Giarre scioglie il glorioso corpo bandistico della città a causa dell’indisciplina di alcuni musicisti.

1927: Il 6 luglio inizia a circolare il primo bus urbano sulla tratta Giarre-Riposto; la linea sarà successivamente ampliata sino a Torre Archirafi: i prezzi delle 16 corse giornaliere  - dalle 7,30 alle 19,10, “regolate con l’orologio della ferrovia” - sono di 60 centesimi da Giarre a Riposto e di 1 lira il viceversa. L’autobus è stato interamente realizzato da un artigiano giarrese proprietario di una fabbrica di carrozze. Nella frazione di Sciara (dall'arabo Shaara, fuoco) viene costruita la chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Il 14 ottobre il Comune di Riposto avanza una petizione al Re affinchè modifichi il territorio municipale allargandolo verso Mascali. Il censimento industriale e commerciale del Regno d'Italia regista la presenza di 9 alberghi a Giarre, si tratta, tra gli altri, del Bellini, del Garibaldi, del Valente, del Centrale Vittoria, del Miramare Venezia. La festa del Santo patrono, Isidoro l’agricoltore, si celebra in maniera solenne in occasione del centenario della sua proclamazione quale patrono unico della città. Ultimata la costruzione del mercato ittico di Piano dell’Angelo: i lavori erano iniziati nel 1919.

1928: Il 16 luglio si verifica una grave incidente automobilistico sulla strada nazionale tra Giarre e Mascali: una automobile urta con violenza un muro sul quale stavano sedute alcune persone provocando un morto e due feriti. Il 2 agosto le forze dell’ordine scoprono che una giovane ventenne ha ceduto il proprio neonato ad un’altra donna più anziana la quale ha simulato il parto allo scopo di assicurarsi due ricche eredità (Corriere della Sera). L’eruzione dell’Etna, iniziata il 2 novembre, acquisisce risvolti drammatici quando, il 5 novembre, si apre una nuova bocca a quota 1.150 metri. Il New York Times titola: “Il fiume di lava adesso sembra diretto verso la più popolosa città di Giarre a sole tre miglia da Sant’Alfio. Lo spettacolo è terrificante ma grandioso” e “La lava del Monte Etna si dirige verso le porte della più importante città di Giarre”. La colata, però, incanalatasi nel torrente Pietrafucile, devia improvvisamente verso Mascali: la città, sgomberata il giorno successivo ed isolata da un cordone di soldati, viene travolta dalla lava tra il 6 ed il 7 novembre. Tra Giarre e Mascali si accalcano grandi folle di curiosi che “vengono da tutte le parti della Sicilia, stipati nei treni: passano una notte nelle vigne e nei giardini tra Taormina e Giarre, ripartono all’alba. Le automobili che si incontrano lungo la strada che da Catania va verso Mascali non si possono contare: passano a centinaia in due lunghe file, una che sale l’altra che scende, fra nuvole di polvere” (Corriere della Sera). Il Giornale dell’Isola titola: “Mascali è oramai un frantume pietroso sotto una montagna gigantesca di lava ardente”. Il fonte lavico, lungo 12 chilometri e largo 800 metri, interrotta la linea ferroviaria, si arresta il 16 novembre. Solo la frazione di Nunziata ed il quartiere di S.Antonino sono risparmiati dall’eruzione che, pur non avendo causato alcuna vittima, ha distrutto l’intero abitato di Mascali lasciando senza casa oltre 5.000 persone. Le autorità stimano i danni prodotti dai 18 giorni di eruzione in oltre 170 milioni di lire dell’epoca. A Giarre viene allestito il quartier generale dei soccorsi coordinato dal ministro dei Lavori Pubblici Giurati. Alcune proposte per la ricostruzione di Mascali collocano il nuovo sito nei pressi della chiesa del Carmine di Giarre in modo da formare un’unica comunità urbana. Si ricostituisce il corpo bandistico della città di Giarre: alla direzione viene chiamato il marchigiano Augusto Centofanti che rimarrà in carica sino al 1931. Durante la sua gestione, verrà istituita una scuola musicale per lo sviluppo di musicisti locali e la banda, composta da ben 65 elementi, guadagnerà la medaglia d’oro all’Esposizione di Bologna, premi e riconoscimenti a Roma. Il quotidiano il Resto del Carlino così descrive la banda di Giarre: “Questo eccellente complesso si è già affermato, come abbiamo detto in varie occasioni, fra i migliori d’Italia. Il pubblico bolognese accorrerà anche questa sera (…). Seguita da una folla numerosa di persone, la banda fece, sempre suonando, il giro delle principali vie del centro”. A Roma, invece, tiene due concerti nello stesso giorno, suonando dapprima al Pincio e poi in piazza Colonna, sfilando in corso Umberto sino al Vittoriano.

1929: Un filmato dell'Istituto Luce, relativo al collaudo del nuovo ponte ferroviario di Santa Maria la Strada, viene inserito nel cinegiornale nazionale. Grande commozione in città per il suicidio di una quindicenne per motivi sentimentali.

1930: In via Carlo Alberto viene fondata la Società Sportiva Mongibello. Il 18 aprile si tiene, sul terreno del Piano del Carmine, il primo derby con il Dopolavoro comunale Riposto; così il Giornale dell’Isola: “Il numeroso pubblico convenuto oggi al campo sportivo di Piazza del Carmine è rimasto soddisfatto del bell'incontro combattuto dai propri beniamini. I volenterosi ragazzi di Bottaro hanno dunque superato oggi la prova del fuoco battendo di stretta misura i vicini del Dopolavoro di Riposto. (…) L'incontro ha inizio alle ore 16.30 precise (…). Quantunque spira un forte vento e la pioggia incomincia a cadere incessante, il giuoco segue il suo regolare svolgimento. (…) La pressione dei bianco-neri si fa più incessante ma pur giocando con vento favorevole e per ben venti minuti nell'area avversaria, non riescono a segnare. (…) La ripresa vede gli uomini di Bottaro lanciati alla conquista della vittoria ed impongono agli avversari i diritti della classe. I bianco-celesti si difendono disperatamente e serrano la difesa nella speranza di conservare vergine la propria porta. Il goal bianco-nero non tarda a venire, di fatti al ventesimo della ripresa il centro avanti mongibellino scavalcati i mediani avversari porge un preciso pallone a Cavallaro che con un potente schooh [sic] batte il portiere avversario senza che quest'ultimo tentasse la parata. Il pubblico rompe in fragorosi applausi ed invita a gran voce i propri beniamini. Ancora superiorità bianco-nera salvo qualche rara incursione avversaria quando sopraggiunge la fine del tempo. Dopo lo svolgimento della partita è stato offerto dal sig. Podestà un vermouth d'onore ai ventidue atleti. Ecco la squadra vincente: Longo, Toscano, Conciso, Grasso, Fichera, Lo Schiavio, Monti, Cantarella, Bottaro, Pino, Cavallaro”. A Giarre si giocherà al calcio dapprima sul campo di Piazza Carmine (1930-1933), poi sul terreno di via Galileo, oggi Tommaseo (1933-1939), nel 1943 su un terreno ricavato nei pressi della stazione ferroviaria, dal 1952 al 1957 al Corvaja di Riposto ed infine sul nuovo campo sportivo comunale di via Luigi Orlando. Il 17 maggio, per la prima volta, il Giro d’Italia di ciclismo attraversa le strade di Giarre. Il 22 giugno il comune di Torino colloca una lapide commemorativa del poeta giarrese Giuseppe Macherione: “Torino ha rimediato ieri ad una dimenticanza, vecchia ormai settant’anni, aggiungendo una nuova lapide alle innumerevoli che già testimoniano la sua antica nobiltà: una lapide di marmo fra due balconcini di una casa in via Garibaldi, al numero 4, per dire a chi passa che in quella casa morì, il 22 maggio 1861, Giuseppe Macherione, poeta e patriota, ventenne” (Corriere della Sera). Il 3 luglio, a San Leonardello si consuma un omicidio per futili motivi: “una certa [donna] veniva a litigio col vicino di casa, incolpandolo di averle fatto sparire il gatto. Il [vicino], che non ne sapeva nulla, rispondeva ingiuriosamente finché la [donna], troncata la disputa, entrava in casa e si muniva di  una rivoltella e ne esplodeva quattro colpi contro [il vicino]. Mentre questi rimaneva illeso, un proiettile raggiungeva la di lui moglie, di 50 anni, che decedeva dopo due ore. L’omicida si dava alla latitanza” (Corriere della Sera). Il 21 settembre viene arrestato a Milano un commerciante giarrese, gli inquirenti lo ritengono uno degli organizzatori dello spaccio clandestino di alcool dalla Sicilia al capoluogo lombardo. Vengono attivati i primi distributori di benzina: sono siti in via Archimede ed alla Stazione ferroviaria, nel 1933 sarà aperto quello della Villa Margherita.

1931: Il nuovo censimento registra 17.939 giarresi, 10.853 ripostesi e 7.051 mascalesi. Nel mese di febbraio Riposto viene colpita da un violento nubifragio: diverse le abitazioni allagate. E’ attiva in piano del Carmine l’Arena Trinacria con un cinema all’aperto ed un palco per l’avanspettacolo. Il direttore della banda di Giarre, seguito dai migliori elementi, lascia l’incarico dopo aver accettato un ricco ingaggio in Puglia; sarà sostituito da Concezio di Rienzo (1931-40). Il traffico commerciale al porto di Riposto registra un approdo e partenza di imbarcazioni per 150.000 tonnellate.

1932: Si svolge a Giarre, tra grandi manifestazioni, il congresso eucaristico diocesano. Il Podestà Michele Grasso Barbagallo adotta un curioso rimedio contro i continui furti delle lampade dell’illuminazione pubblica: fa incidere su ogni lampadina la dicitura “rubata al Comune di Giarre”. Si costituisce la Proloco di Giarre. Il 2 settembre i vigili del fuoco “sprezzanti del pericolo e con ammirevole slancio” si adoperarono “in tutti i modi per domare la furia devastatrice dell’incendio sviluppatosi nel pastificio S. Isidoro in Giarre” (dall’encomio agli undici vigili che parteciparono alle operazioni).

1933: Il dramma di Fiumefreddo - una bambina è stata sepolta viva - si conclude con la fucilazione dell'assassino: si tratta del cognato, un giovane giarrese che aveva intrapreso una relazione con la madre della piccola. Su La Stampa del 19 luglio leggiamo che “La Corte d’Assise di Catania, chiudendo un movimentato processo, condannava alla pena di morte il ventenne G.S., che sotterrò viva, nel comune di Fiumefreddo, la piccola cognata (…), la quale si sarebbe accorta della tresca dell’infame cognato con la suocera. Insieme con lo S. fu rinviata a giudizio anche la [suocera], sotto l’imputazione di delitto contro la maternità. La Corte d’Assise assolse però la donna per insufficienza di prove”. Il 7 di agosto molti giarresi si recano alla Plaja di Catania per assistere alla fucilazione. Il 26 marzo il piroscafo Sacro Cuore si arena al largo di Riposto: i membri dell’equipaggio vengono coraggiosamente tratti in salvo da alcuni cittadini. Una epidemia di tifo provoca diverse vittime: l’ospedale viene trasformato in un lazzaretto per il ricovero degli oltre 70 contagiati.

1934: Nonostante la vivace opposizione giarrese, le frazioni di Dagala del Re e Monacella passano al nuovo Comune di Santa Venerina. Si concludono i lavori di pavimentazione di piazza Carmine: il nuovo giardino pubblico è abbellito da una fontana in pietra lavica. Il Municipio emana il primo regolamento per il commercio ambulante: i venditori, oltre ad evitare di lordare il suolo pubblico, devono “astenersi rigorosamente da grida smodate e sconvenienti in modo da non recare disturbo alla pubblica quiete”.

1935: Viene completata la nuova chiesa di Mascali, primo traguardo della ricostruzione della città su un nuovo sito collocato più a valle rispetto al precedente insediamento. Si inaugura il campo sportivo "Corvaja" di Riposto. Il nuovo monumento ai caduti viene collocato in piazza Sangiorgio (oggi Alessi): l’opera è costata ben 109.000 lire, in parte raccolte attraverso una sottoscrizione popolare. Fanno il loro esordio nelle leghe provinciali le formazioni di Basket di Giarre e Riposto. Riposto può vantare anche una delle prime squadre femminili della provincia.

1936: Secondo il nuovo censimento, a Giarre vivono 18.501 persone, a Riposto 11.591 mentre a Mascali 8.179. Il commissario straordinario al Comune, Rosario Brancati, padre dello scrittore Vitaliano, delibera la rimozione del palco della musica collocato in piazza Duomo, al fine di ricavare un più ampio spazio per le "adunanze oceaniche" fasciste e gli incontri di calcio. Brancati era stato preceduto, alla guida del Municipio, dal commissario Mariano Vadalà. Alla fine dell’anno viene nominato podestà Giuseppe Vasta Parisi: il Municipio ha un bilancio in attivo di oltre 300.000 lire. In occasione del Pubblico Festival di Carnevale, al palco del veglione viene data la forma di un gigantesco carro armato sormontato dalla scritta “Noi tireremo Diritto”: il tema della manifestazione è, infatti, la guerra d’Etiopia. A causa delle precarie condizioni di stabilità, viene demolito il teatro lirico costruito nel 1857. Si registra un crollo del traffico commerciale nel porto di Riposto: nell’anno si registra un tonnellaggio di 34.000 tra approdi e partenze.

1937: L'11 agosto il presidente del consiglio, Benito Mussolini, visita Mascali per verificare personalmente l'avanzamento dei lavori di ricostruzione dopo l'eruzione: in privato manifesterà la propria delusione. Il treno presidenziale transita anche alla stazione di Giarre gremita di autorità e curiosi. Dopo due anni di sede vacante, Michele Vasta di Fiumefreddo viene scelto come nuovo arciprete. Il Municipio di Giarre avanza una richiesta per l’istituzione in città del liceo classico: sarà accolta solo nel 1945. A Macchia, intanto, si inaugura il nuovo edificio scolastico.

 

 
   
 
 

 

 
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